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Chimet rinnova la registrazione Emas. Squarcialupi: “Il nostro modello di economia che rigenera materie prime”

Nuovo riconoscimento per Chimet. L'azienda, che si occupa del ciclo di recupero e smaltimento di rifiuti industriali e sanitari, da ottobre ha ottenuto il rinnovo della registrazione EMAS per lo stabilimento di Badia al Pino. Lo stesso...

Nuovo riconoscimento per Chimet. L'azienda, che si occupa del ciclo di recupero e smaltimento di rifiuti industriali e sanitari, da ottobre ha ottenuto il rinnovo della registrazione EMAS per lo stabilimento di Badia al Pino. Lo stesso riconoscimento ambientale è stato inoltre esteso allo stabilimento di Viciomaggio, dove sono operative le divisioni Film Spesso e Catalizzatori.

Perché la registrazione EMAS è così importante? E' uno strumento previsto dall'Unione Europea con il quale le aziende scelgono di valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire ai soggetti interessati le relative informazioni mediante la Dichiarazione Ambientale. Il meccanismo di registrazione passa dalla convalida dei dati presentati nella Dichiarazione Ambientale da parte di un organismo di certificazione, dal parere positivo rilasciato da Arpat per quanto riguarda il rispetto della normativa ambientale applicabile ed infine dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l'ISPRA, ente del Ministero per l'Ambiente, che pone il sigillo finale.

Chimet ha scelto volontariamente di aderire ed ogni anno lo staff tecnico dell'azienda è impegnato nell'opera di aggiornamento e convalida della Dichiarazione Ambientale per mantenere la registrazione EMAS. La Dichiarazione prende in esame tutti gli aspetti ambientali interessati dalle attività produttive di Chimet, quali i consumi energetici, le emissioni, i rifiuti prodotti, ma anche aspetti indiretti relativi al comportamento ambientale degli appaltatori, dei fornitori e dei trasportatori. La Dichiarazione Ambientale emessa da Chimet per la registrazione EMAS racconta di importanti obiettivi raggiunti, come ad esempio quelli del minor consumo di acqua, di energia elettrica e di metano.

“Una parte fondamentale della Dichiarazione Ambientale guarda al futuro di Chimet e all’impegno continuo per lo sviluppo di strategie di economia circolare, attuate in azienda da molti anni - dichiara Cristina Squarcialupi, membro del Cda di Chimet - In sostanza, dagli scarti industriali si rigenera la materia prima da immettere in nuovi cicli produttivi, come l'oro e gli altri metalli preziosi destinati sia ai comparti orafi italiani, che alla farmaceutica e alla petrolchimica. Da considerare che si tratta di materie prime esauribili che, se non esistessero impianti quale quello di Badia al Pino, dovrebbero essere esclusivamente estratte dal sottosuolo, mediante sfruttamento di ampie porzioni di territorio nel mondo che, grazie al recupero, possono essere invece salvaguardate. Inoltre i residui di lavorazione di Chimet, diversi dai metalli preziosi puri, sono anch’essi da considerarsi non più rifiuti, bensì sottoprodotti destinati a nuova vita.”

Dai processi di lavorazione derivano infatti varie tipologie di materiali, come le scorie di fusione, i fanghi, le acque di processo, le ceneri leggere e pesanti. Le scorie di fusione, oramai prive di metalli preziosi, vengono integralmente avviate verso nuovi cicli produttivi per la produzione di laterizi, conglomerati e cemento, i fanghi a breve saranno conferiti ad un’azienda specializzata nel recupero di metalli, in particolare rame e zinco. Le acque di processo, non oggetto di alcuno scarico, vengono avviate ad impianti esterni, ed è in fase di definizione un progetto con un'importante azienda chimica in Toscana per il loro riutilizzo nel ciclo di produzione di sali sodici. Le ceneri leggere, anch’esse ricche di sali, sono già avviate al recupero nel ciclo di produzione dei sali sodici, mentre le ceneri pesanti nella produzione di conglomerati cementizi. Le ceneri pesanti della termodistruzione vanno già totalmente a recupero. Le acque meteoriche vengono tutte raccolte e riutilizzate, al posto delle acque di falda. Nulla viene scaricato né in fognatura né, tantomeno, in acque superficiali. Chimet, in sostanza, è un impianto in cui, sempre di più, entrano rifiuti ed esce materia destinata a nuova vita.

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