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Inchiesta pubblica Chimet, Cristina Squarcialupi: "Progetto fondamentale per mantenere competitività"

Una tappa importante dell'inchiesta pubblica voluta da Chimet per il progetto di ampliamento delle attività si è tenuta ieri nella sala consiliare del Comune di Civitella in Valdichiana a Badia al Pino. Una sala più affollata del solito ha...





Una tappa importante dell'inchiesta pubblica voluta da Chimet per il progetto di ampliamento delle attività si è tenuta ieri nella sala consiliare del Comune di Civitella in Valdichiana a Badia al Pino. Una sala più affollata del solito ha ascoltato in apertura della prima sessione dell'audizione generale, le parole di Cristina Squarcialupi che in qualità di membro del cda ha spiegato l'importanza dell'avvio di questa nuova fase per l'azienda sempre più imperniata in strategie di economia circolare.

"Siamo convinti di aver fatto un buon progetto - ha detto Cristina che opera in azienda con il fratello Andrea - Chimet è ormai diventata un’azienda internazionale e per mantenere la competitività occorre aumentarne le potenzialità. Questo progetto vuole valorizzare la capacità degli impianti esistenti, portandoli da 12.500 a 24.000 tonnellate, con una precisazione: Chimet è sensibile alle esigenze della popolazione riguardo alla termodistruzione, tanto da aver fissato il limite a 8.000 tonnellate l’anno da inviare alla termodistruzione con un massimo annuo di 16.000 tonnellate per il recupero."

Da qui la sottolineatura dell'attaccamento al territorio citando suo padre, il fondatore e l'impegno portato avanti dalla famiglia. “Chimet - ha proseguito Cristina - è frutto di un’idea di mio padre, Sergio, che ha anticipato molto delle componenti ambientaliste. È chiaro che ogni processo industriale abbia un impatto, Chimet ne è consapevole come di dotarsi di strumenti che mitighino l’impatto delle sue attività. Chimet ha ritenuto di fare l’inchiesta pubblica, per ascoltare e comprendere le ragione degli altri."

E ha poi aggiunto: "Il suo ideatore e fondatore è del territorio, la proprietà è tutta del territorio, come le maestranze, il progetto rappresenta una continuazione degli investimenti fatti in questi anni, con il miglioramento degli ambienti di lavoro."

Il progetto, così come annunciato a maggio prevede infatti un investimento di 35 milioni di euro, nuove assunzioni e ricadute occupazionali anche nell'indotto per un totale di 50 nuovi posti di lavoro, senza dimenticare i 5 milioni di gettito fiscale e più di 2 miliardi di indotto nella provincia di Arezzo con attività di sostegno economico già attivate per il 2017.

“Il progetto costituisce uno snodo fondamentale dell’azienda - ha rimarcato la Squarcialupi - la mancata realizzazione porterebbe la perdita di competitività del territorio aretino, un arretramento nel mercato nazionale e internazionale e non si potrebbe escludere un possibile trasferimento delle attività industriali Chimet verso altre aree”.






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