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Centro ricerche Casa Buitoni: da Sansepolcro alla Polonia. L'allarme dei sindacati: "A rischio 14 posti di lavoro"

Quattordici dipendenti il cui futuro si presenta nuvoloso e incerto. Tanti sono i lavoratori che attualmente sono impiegati all'interno del centro ricerche Casa Buitoni di Sansepolcro, realtà produttiva unica nel suo genere a livello nazionale e...

Quattordici dipendenti il cui futuro si presenta nuvoloso e incerto.

Tanti sono i lavoratori che attualmente sono impiegati all'interno del centro ricerche Casa Buitoni di Sansepolcro, realtà produttiva unica nel suo genere a livello nazionale e facente parte del gruppo Nestlé Mondo. La prospettiva, così come sottolineato dai sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil in una nota congiunta, è quella di procedere con la chiusura del centro ricerche aretino. Un destino che si inserisce in un'ottica ben più ampia di ridimensionamento che, sempre a detta dei rappresentanti dei lavoratori, potrebbe riguardare anche altre realtà presenti nel territorio nazionale. Sono stati infatti i rappresentanti sindacali a proclamare per venerdì 6 ottobre, 8 ore di sciopero a livello nazionale per tutto il gruppo Nestlè denunciando come “esuberi alla storica Perugina, chiusura impianto del gelato a Parma, esuberi nei servizi della sede di Milano, incertezza sul futuro dello stabilimento di Moretta, chiusura centro ricerche Casa Buitoni di Arezzo”. Le indiscrezioni che si rincorrono in queste ultime sottolineano come l'unico centro di ricerca & sviluppo Nestlè del Paese dovrebbe essere spostato in Polonia. "Il caso di Arezzo - spiega il segretario Flai Cgil, Mauro Macchiesi - può sembrare piccolo di per sé. Ma in realtà non lo è affatto. Questo centro è unico nel suo genere a livello nazionale e conta dei dipendenti altamente qualificati e altamente preparati. Non sappiamo ancora come questi lavoratori saranno collocati nel mondo del lavoro visto che il luogo dove attualmente sono impiegati non esisterà più". Uno scenario preoccupante che riguarda non solo la situazione aretina ma anche altre realtà nazionali.

“Questo contesto negativo – si legge in una nota stampa dellaFai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil - si è creato in un clima di informazioni non trasparenti a livello di Nestlè Mondo, in cui l’azionista principale del Gruppo sta favorendo operazioni finanziare molto performanti, con l’obiettivo di triplicare la redditività del risultato finanziario di Gruppo a discapito dei propri lavoratori e, per raggiungere tale risultato non ci sono relazioni sindacali, né certificazioni sociali di impresa che tengano. Il Comitato Aziendale Europeo, fonte di informazioni sulle strategie del gruppo, è stato annullato, sospendendo così l’incontro autunnale che avrebbe potuto offrire risposte importanti sulle scelte a livello europeo che hanno generato in Italia dismissioni e ridimensionamento produttivo. In questa vertenza – conclude la nota - sono in gioco centinaia di posti di lavoro e la sopravvivenza di brand storici legati a valori territoriali del nostro Paese; tutto ciò può altresì mettere in crisi il sistema industriale del comparto food che, in questi anni di crisi dei consumi, aveva rappresentato un’ancora di salvataggio e che con lo sviluppo dell’export ha rappresentato la carta vincente per far uscire il Paese dalla crisi. Purtroppo scenari di basso profilo industriale, di scarsa attenzione alle persone e alla qualità delle relazioni sindacali e industriali come quelli disegnati da Nestlé e Froneri rischiano di creare danni profondi per le comunità coinvolte e per il Paese tutto”.

A livello nazionale, anche se ancora troppo presto per delle stime esatte, si parla di circa 800 posti di lavoro che potrebbero essere in pericolo.

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