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Carlo Donati eletto presidente della Consulta Provinciale della Moda

E’ Carlo Donati il nuovo presidente della Consulta Provinciale della Moda, l'organismo costituito 4 anni fa da CNA, Confartigianato e Confindustria per valorizzare il comparto e portare avanti iniziative utili al settore. Donati fu il primo...

E’ Carlo Donati il nuovo presidente della Consulta Provinciale della Moda, l'organismo costituito 4 anni fa da CNA, Confartigianato e Confindustria per valorizzare il comparto e portare avanti iniziative utili al settore.

Donati fu il primo presidente della Consulta cui seguì Marco Sanarelli, infine, l'anno dopo Aldo Cappetti che ha poi guidato la Consulta fino al 21 febbraio scorso. E' proprio dalla sinergia dei tre presidenti delle Associazioni della produzione che si sono potuti ottenere importanti risultati per il settore moda provinciale

Donati, presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Arezzo, titolare dell'omonima Sartoria Donati nata nel 1962 nota per l'alta sartorialità qualità che ha portato Donati a diventare una figura guida dell’imprenditorialità artigianale italiana e a ricoprire incarichi anche a livello nazionale.

"Con piacere ricevo il testimone da Aldo Cappetti. Quello della moda in provincia di Arezzo – spiega Donati – è un settore di eccellenza che primeggia in tutta la Toscana. Ci viene riconosciuta una maestria e una qualità che non temono confronti ed è anche un settore che conta circa 1400 aziende sia nell'artigianato che nella piccola e media impresa."

Per un comparto con queste caratteristiche la formazione dei giovani e la difesa e valorizzazione del Made in Italy sono perciò di strategica importanza ed è su questo che Donati basa i cardini del suo impegno.

“I nostri imprenditori - continua Donati - sono bravissimi a formare i giovani, a trasmettere loro le capacità artigianali che caratterizzano il vero made in Italy di qualità. Purtroppo, come da tempo sottolinea anche il Past Presidente Cappetti, l'abitudine sempre più diffusa delle grandi aziende di sottrarre alle imprese artigiane le maestranze formate e perfezionate all'interno dei laboratori, offrendo retribuzioni e posizioni sicuramente più alte, mette in difficoltà le piccole imprese

"Un esempio? – risponde Donati – può essere quello della Scuola Orafa, che andrebbe ripetuto nel comparto della moda. Una scuola professionalizzante, che unisca all'offerta culturale anche una maggiore componente di pratica, dove i ragazzi possono imparare a fare modelli ma anche a tradurli in pratica, con la conoscenza, per esempio, delle stoffe per quanto riguarda le confezioni o dei pellami per quanto riguarda le calzature o gli oggetti in pelle. Con una formazione di questo tipo i giovani avrebbero le caratteristiche che servono alle aziende e potrebbero portare in azienda il valore aggiunto di nuove idee e creatività imparate a scuola."

"La logica che sottostà alla Scuola Orafa – sottolineano all'unisono i componenti della Consulta - andrebbe replicata nel comparto della moda. Una scuola professionalizzante, che unisca all'offerta culturale anche una maggiore componente di pratica, dove i ragazzi possano imparare a fare modelli ma anche a tradurli in pratica, con la conoscenza, per esempio, delle stoffe per le confezioni o dei pellami per le calzature o i manufatti in pelle. Con una formazione di questo tipo i giovani avrebbero le caratteristiche utili alle aziende e porterebbero valore aggiunto in termini di idee e creatività imparate a scuola.”

Il messaggio che parte dalla Consulta della Moda di Arezzo è indirizzato in particolare al Ministero dell'Istruzione ma anche a quello del Lavoro.

“Noi pensiamo – continua Donati – che questi due Ministeri potrebbero accordarsi per fare in modo che la formazione diventi più professionalizzante, perché esiste un tessuto produttivo fatto di aziende artigiane e piccole imprese che non ha la possibilità di accedere ai fondi europei, come i grandi marchi, ma ha comunque bisogno di personale qualificato. D'altronde i posti di lavoro vanno preparati, altrimenti non ci saranno in futuro. La cultura è una grande cosa, ma la cultura alla quale si aggiunge la pratica è ancora meglio.”

L'altro cardine dell'attività da portare avanti come consulta provinciale della Moda è la difesa del made in Italy e la lotta alla contraffazione che sono stati due punti forti della presidenza Sanarelli. "Ahimè non basta etichettatura e tracciabilità quando abbiamo a che fare ancora con la Legge Guzzoni -Versace che permette di garantirsi il Made in Italy con solo due operazioni compiute in Italia. Ed è anche per questo – conclude - che tutti noi all'interno della Consulta puntiamo tanto sulla formazione dei nostri giovani, perchè è essenziale per il futuro alle nostre produzioni. E ricordiamoci che all'estero si stanno preparando, prima o poi ci raggiungeranno, se non prendiamo contromisure.”

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