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Economia

Confartigianato: "Profondo rosso per le Pmi aretine, finanziamenti in calo del 14,2 per cento in un anno"

Vannetti: senza credito non c’è ripresa. Necessario riattivare un dialogo positivo tra mondo produttivo e banche

Allarme rosso. Crisi davvero pesante. L’accesso al credito per le piccole e medie imprese aretine è quasi al collasso. Lo dice il Centro studi di Confartigianato nazionale, partendo dall’analisi del “Rapporto sulla stabilità finanziaria” di Banca d’Italia. Dati quindi inattaccabili che sanciscono che nel primo semestre 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, i crediti concessi alle imprese artigiane aretine hanno visto un calo del 14,2%, facendo così che Arezzo sia nel catalogo triste delle 58 province italiane che nell’ultimo anno hanno fatto registrare il calo maggiore.

“La maggior selettività degli istituti bancari nel concedere il credito alle imprese svantaggia soprattutto le imprese di minor dimensione e in particolare le microimprese” spiega Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Arezzo, che prosegue: “Quindi i prestiti alle imprese medio-piccole crollano mentre i prestiti alle grandi imprese risultano sempre in crescita”.

In effetti se si guardano i dati Confartigianato per le mega aziende i crediti concessi salgono del +5,9% quando sono a basso rischio e del +1,9% quando sono ad alto rischio. Mentre al contrario per le microimprese si rileva l’aumento meno intenso (+3,2%) nel caso di basso rischio e la diminuzione più intensa nel caso di alto rischio (-7,6%).
“In poco più di 7 anni la quantità di credito erogato dalle banche al sistema produttivo è calata di quasi un quarto. E non si intravede un’inversione di tendenza. Ma senza credito non c’è ripresa”, afferma ancora il presidente di Confartigianato Arezzo.

“Alla crescita del Pil che procede, pur lentissima, da alcuni anni, si contrappone l’arretramento consistente dei prestiti – spiega il leader di Confartigianato Arezzo – visto che già nel 2018, a fronte di un incremento del Pil dello 0,9%, l’erogazione dei prestiti era diminuita del 6,7%. A soffrire maggiormente sono le imprese artigiane, la gran parte cioè del sistema produttivo. Lo stock di credito di cui godevano le piccole imprese a dicembre 2011 è calato del 32,4% mentre è diminuito del 20,2% quello delle grandi imprese”.
“Siamo ancora in presenza di una dinamica dei prestiti alle imprese che continua ad evidenziare un forte discrimine – prosegue Vannetti -  anche qui sul nostro territorio aretino, lo constatiamo tutti i giorni nel dialogo con le nostre imprese: l’accesso al credito per le richieste di finanziamenti di piccolo importo rimane complesso e gli ultimi dati sono davvero preoccupanti”.  
Che fare allora. “Occorre quindi rendere gli strumenti finanziari – insiste Vannetti - adeguati alle necessità del nostro sistema produttivo. Per il credito bancario, bisogna rendere proporzionale l’applicazione delle regole di vigilanza alle dimensioni delle imprese e al rischio per le banche”.  “Ed è poi necessario riattivare – conclude Vannetti - una relazione virtuosa tra mondo produttivo e banche. È necessario, insomma, che lo Stato favorisca l’accesso al credito di imprese, artigiani e piccole imprese e soprattutto va sostenuto e valorizzato il ruolo dei Confidi per tanti anni sono stati lo strumento di garanzia più utile per l’accesso al credito delle Pmi”.

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