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Economia

Buoni postali fruttiferi, risparmiatore ottiene 9mila euro in più di interessi. Il caso spiegato dall'avvocato Bufalini

Si tratta di un importante decisione per le migliaia di titolari di buoni postali che in questi anni, decorsi i trent’anni dalla sottoscrizione, si recano presso gli uffici postali e che ignari dei propri diritti, si vedono riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti nel buono

Altro passo avanti e altre buone notizie per i risparmiatori aretini. Il collegio di Torino dell'Arbitro Bancario ha preso, infatti, un importante provvedimento (decisione n.26716 del 20 dicembre 2019) con il quale ha sancito per l’ennesima volta il diritto degli intestatari di buoni postali fruttiferi, sottoscritti negli anni successivi al luglio del 1986, a riscuotere gli importi riportati nella tabella posta nel retro dei buoni e non gli inferiori rendimenti dichiarati da Poste.

A spiegare l'iter che ha portato a questa felice conclusione è l'avvocato del foro di Arezzo Luca Bufalini che, insieme al collega Fabio Scarmozzino, ha assistito un risparmiatore, titolare di due buoni emessi nel 1987, che si era visto respingere le proprie richieste di riconoscimento degli interessi riportati nel retro dei buoni a causa di una modifica dei rendimenti avvenuta nel 1986, prima che lui li sottoscrivesse, e di un timbro che Poste aveva apposto sopra la tabella con i rendimenti dei buoni.

La decisione dell’Arbitro ha affermato la prevalenza di quanto riportato sui buoni fruttiferi, rispetto alle modifiche apportate con decreto ministeriale in epoca antecedente alla sottoscrizione dei buoni, e senza che a nulla valesse, a tal fine, il timbro apposto da Poste in quanto questo prevede gli interessi dovuti esclusivamente per i primi venti anni di validità del titolo non dicendo nulla per gli interessi da corrispondersi in favore del risparmiatore per gli ultimi dieci anni.

Un anno fa l'altro caso: riconosciuti 8mila euro in più di interessi

Con questo provvedimento Poste Italiane, è stata condannata a rimborsare al risparmiatore, gli interessi previsti sui propri buoni per gli ultimi dieci anni di validità dei titoli e non quelli inizialmente riconosciuti da Poste Italiane. In tal modo il risparmiatore è riuscito a farsi riconoscere quasi 9.000,00 euro in più rispetto a quanto voleva corrispondere Poste. 

Si tratta di un importante decisione per le migliaia di titolari di buoni postali che in questi anni, decorsi i trent’anni dalla sottoscrizione, si recano presso gli uffici postali e che ignari dei propri diritti, si vedono riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti nel buono. A tal fine - dichiara l’avvocato Luca Bufalini - è opportuno che ogni persona in possesso di un buono emesso dopo il giugno del 1986 faccia esaminare lo stesso per capire se ha diritto a farsi corrispondere un importo maggiore rispetto a quanto determinato da Poste e ciò anche se il buono è già stato incassato.    

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