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Bernini (Confindustria): "Il Governo corregga il tiro sul Decreto dignità, così si rischia meno occupazione"

Il presidente della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud Fabrizio Bernini interviene in merito alla annunciata volontà da parte del governo di emanare il cosiddetto ‘decreto dignità’, che introduce, tra le altre cose, modifiche...

Il presidente della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud Fabrizio Bernini interviene in merito alla annunciata volontà da parte del governo di emanare il cosiddetto ‘decreto dignità’, che introduce, tra le altre cose, modifiche normative tese a restringere il ricorso ai contratti a termine nonché misure per prevenire il fenomeno delle delocalizzazioni.

Pur comprendendo, ed in certi casi, condividendo le finalità di questo decreto, bisogna evitare che la nuova normativa crei l’effetto contrario a quello atteso; sul tema del lavoro il rischio è che irrigidendo le norme in materia si ottenga una riduzione dell’occupazione ed un incremento del contenzioso.

Le criticità sono molte, spiegano da Confindustria, ad esempio, con il ripristino delle causali in caso di rinnovo di contratti a termine e di somministrazione si torna al passato quando sulle causali si registrava un elevato contenzioso nelle aule di Tribunale; l’incremento del costo contributivo crescente di 0,5 punti per ogni rinnovo contrattuale va a gravare su un costo del lavoro già elevato; la sovrapposizione delle norme sui contratti a termine e di somministrazione genera confusione.

I contratti a tempo determinato non vanno demonizzati, perché sono la porta d’ingresso di moltissimi giovani nel mondo del lavoro: spesso la lettura dei dati sull’occupazione è incompleta, infatti, non bisogna dimenticarsi che oltre all’incremento dei contratti a termine (frutto anche di una timida ripresa) si è registrata anche una crescita del numero dei contratti a tempo indeterminato. Gli imprenditori - continua Bernini - hanno bisogno di norme stabili nel tempo per programmare la propria attività; non è possibile che ad ogni nuovo governo la materia del lavoro venga stravolta, le continue correzioni della normativa sul lavoro creano incertezza e sfiducia tra gli imprenditori. In tema di delocalizzazioni - conclude Bernini - è importante che la norma venga scritta con criterio per evitare che ottenga l’effetto indesiderato di scoraggiare investimenti dall’estero, fonte di enormi risorse per il nostro Paese. C’è una totale assenza dell’Europa in materia di delocalizzazione all’interno delle nazioni europee: una multinazionale non può licenziare 318 persone in Italia ed assumerne altrettante in Romania, questo è davvero assurdo, un vuoto legislativo europeo incredibile, nelle regole occupazionali ci dovrebbe essere molta più Europa e molto meno Italia. Le criticità collegate all’introduzione di questa norma, almeno così come attualmente rappresentata dalla stampa, sono davvero troppe, pertanto, auspico che il governo corregga il tiro.

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