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Banca Etruria, Soldini: "Salvataggio con azioni ed obbligazioni subordinate, un esproprio"

Non condivide molte delle dichiarazioni rilasciate in queste ore. Rossano Soldini, storico industriale aretino, ormai ex socio della BPEL  è amareggiato per come si è arrivati alla creazione della Nuova Banca Etruria e del Lazio Spa e per i...

Non condivide molte delle dichiarazioni rilasciate in queste ore. Rossano Soldini, storico industriale aretino, ormai ex socio della BPEL è amareggiato per come si è arrivati alla creazione della Nuova Banca Etruria e del Lazio Spa e per i contenuti del decreto cosiddetto salva banche emanato dal governo domenica pomeriggio ed entrato in vigore con lo scoccare della mezzanotte.
"Non è stato il Governo a salvare la banca, ma sono stati gli azionisti ed i detentori di obbligazioni subordinate che hanno subito un esproprio e nemmeno così la banca si può dire salva perché si capisce già che il nuovo istituto di credito o sarà venduto a pezzetti o per intero, ma perderà comunque la sua territorialità."

Già perché nella creazione della Nuova Banca, quella buona che ha il ruolo di ponte come spiega la nota esplicativa emessa ieri da Bankitalia, "sono state conferite tutte le attività diverse dai prestiti “in sofferenza”, cioè quelli di più dubbio realizzo; a fronte di tali attività vi sono i depositi, i conti correnti e le obbligazioni ordinarie."

Sono invece rimaste fuori le azioni e le obbligazioni subordinate che sono state tolte dalle disponibilità dei rispettivi proprietari risparmiatori e sono state usate per abbattere le perdite che sono poi state conferite insieme a tutte le sofferenze nella bad bank.

Si legge chiaramente nel documento di Bankitalia:

Si è inoltre costituita una "banca cattiva" (bad bank), priva di licenza bancaria nonostante il nome, in cui sono stati concentrati i prestiti in sofferenza che residuano una volta fatte assorbire le perdite dalle azioni e dalle obbligazioni subordinate e, per la parte eccedente, da un apporto del Fondo di Risoluzione. Lo Stato, quindi il contribuente, non subisce alcun costo in questo processo. L’intero onere del salvataggio è posto innanzitutto a carico delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle quattro banche, ma è in ultima analisi prevalentemente a carico del complesso del sistema bancario italiano, che alimenta con i suoi contributi, ordinari e straordinari, il Fondo di Risoluzione.




Le perdite accumulate nel tempo da queste banche, valutate con criteri estremamente prudenti, sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le "obbligazioni subordinate", queste ultime per loro natura anch’esse esposte al rischio d'impresa. Il ricorso alle azioni e alle obbligazioni subordinate per coprire le perdite è espressamente richiesto come precondizione per la soluzione ordinata delle crisi bancarie dalle norme europee (“Direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie” - BRRD), recepite nell’ordinamento italiano dallo scorso 16 novembre con il Decreto Legislativo 180/2015.

Una vera e propria ingiustizia per Rossano Soldini che auspica un ripensamento di buon senso nella trasformazione del decreto in legge:
"A pagare sono stati gli azionisti e gli obbligazionisti titolari di subordinate che sappiamo essere piccoli risparmiatori, famiglie, operai che avevano nel tempo creato il loro tesoretto nella banca del territorio pensando che fosse al sicuro. Non si è trattato certo di speculatori, ma di semplici risparmiatori. E questo è profondamente ingiusto, credo non sia mai successo prima d'ora che a pagare le cattive amministrazioni di una banca, per lo più popolare, fossero i risparmiatori. Resto fiducioso nei confronti della magistratura aretina e mi auguro che alla fine a pagare siano gli amministratori che hanno portato Banca Etruria in questa condizione. Staremo a vedere cosa succederà poi in parlamento, perché questo decreto legge dovrà essere trasformato, spero che con il buon senso si apportino delle modifiche a favore di azionisti ed obbligazionisti di subordinate."





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