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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Aziende, le aperture superano le chiusure: il bilancio. Balzo delle nuove imprese

Randellini (Camera di Commercio): "Ma diminuiscono sia gli addetti operanti nelle varie strutture delle imprese della provincia (-4,9%), che quelli delle varie localizzazioni aziendali presenti in provincia (-4,7%)"

Aziende che non superano la crisi e imprenditori che, nonostante il periodo avverso, decidono di mettersi in gioco. Il quadro che emerge si rivela soprendente, perché dopo un triennio devastante, nel quale le chiusure sono state tantissime, nel 2021 le nuove imprese sono state molto più numerose di quelle che hanno abbassato la saracinesca. Nell'aretino il saldo è, per dirlo con la Camera di Commercio, decisamente positivo, tanto da segnare un termini relativi una crescita delle nuove imprese del 25 per cento.

"I dati della demografia delle nostre imprese al 30 giugno 2021 - commenta Anna Lapini, vice presidente vicaria dell'ente camerale, in una dichiarazione rilasciata ad Adn Kronos - evidenziano una decisa ripresa della natalità da collegare ad un miglioramento del clima di fiducia generale anche se permangono ancora elementi di incertezza ancora legati all'andamento pandemico. Il miglioramento osservato non è però sufficiente a colmare le flessioni subite nei trimestri precedenti: a metà anno, infatti, si contavano in provincia di Arezzo 36.900 imprese, in diminuzione delle 0,7% rispetto alle 37.164 della metà del 2020. Se consideriamo anche le unità locali il numero sale a 44.961 unità"

Chiusure e aperture, il bilancio

Ecco nel dettaglio cosa è accaduto negli ultimi mesi. Nel primo semestre 2021 sono nate in provincia di Arezzo 1.054 nuove imprese, 212 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In termini relativi si è arrivati ad un +25,2 per cento. E l'altro volto della medaglia? Le cessazioni, al contrario, si sono ridotte di 162 unità (-16,1%) fermandosi a quota 842.  Così il saldo fra iscrizioni e cessazioni torna decisamente in positivo: in valori assoluti infatti si parla di 212 imprese in più.

"Per quanto riguarda le imprese femminili - prosegue Anna Lapini - a giugno 2021 erano 8.704 in provincia di Arezzo, in diminuzione dell'1% rispetto al 2020. I settori in cui le imprese femminili hanno maggiore rilevanza sono le altre attività di servizi in cui rappresentano oltre la metà delle imprese del settore (58,9%), sanità e assistenza sociale (39,2%), i servizi di alloggio e ristorazione (31,7%) e istruzione (31,2%)".

I settori che hanno contribuito a determinare il segno negativo della variazione rispetto al 2020 sono stati l'agricoltura (-1,8%), il manifatturiero (-0,9%), il commercio (-1,4%), i servizi di alloggio e ristorazione (-1,7%) Saldo positivo invece per i settori del terziario: in crescita le attività finanziarie e assicurative (+5,5%), le attività professionali e tecniche (+5,3%), i servizi di informazione e comunicazione (+2,6%) ei  trasporti (+2%).

"Nel loro complesso quindi le imprese in rosa - conclude Lapini - rappresentano il 23,6% del totale delle imprese aretine con una distribuzione più elevata nel commercio, in cui opera poco meno di una impresa femminile su quattro (2.007 imprese, 23% del totale), nell'agricoltura (1.678 imprese, 19% del totale) e nel manifatturiero (1.118 imprese, 12,8% del totale)".

L'analisi della situazione

Il numero delle nuove aperture, nonostante sia un segnale positivo, non deve trarre però in inganno, come sottolinea Marco Randellini, segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo. Perché dietro al numero inferiori di cessazioni, ci potrebbero essere gli aiuti del Governo: in pratica potrebbero esserci molte aziende che terminate le misure di sostegno potrebbero chiudere. 

"Registriamo nei primi sei mesi dell'anno una dinamica delle aperture di nuove attività più in linea con il periodo pre-pandemia. Un segnale positivo che si accompagna però ad elementi di più forte preoccupazione: un'evoluzione delle cancellazioni nettamente sotto la media degli ultimi anni e un dato fortemente negativo che interessa gli addetti delle imprese aretine. Il dato sulle cancellazioni, di per sé non certamente negativo, è, con molta probabilità, fortemente condizionato dalle misure di sostegno messe in campo in questi mesi dal governo nazionale. Ciò - sostiene - ci porta ad ipotizzare l'esistenza di una "platea nascosta" di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l'attività. Più evidenti invece, sul fronte occupazionale, le ripercussioni delle difficoltà che hanno interessato le nostre aziende, nonostante le straordinarie misure di salvaguardia messe in campo nel corso dell'emergenza sanitaria ed economica. Diminuiscono infatti vistosamente sia gli addetti operanti nelle varie strutture delle imprese della provincia (-4,9%), che quelli delle varie localizzazioni aziendali presenti in provincia (-4,7%). Numeri che evidenziano come sia necessario un più forte consolidamento della ripresa economica in atto". "Tornando all'analisi della demografia del primo semestre 2021 - prosegue Marco Randellini - erano 2.630 le imprese giovanili (imprese in cui la partecipazione di controllo e proprietà è detenuta in maggioranza da persone di età inferiore a 35 anni) con sede in provincia di Arezzo. Le imprese giovanili hanno confermato la loro grande vitalità: sono nate infatti nei primi sei mesi dell'anno 293 nuove aziende e ne sono state chiuse solo 68. Il bilancio a metà anno è quindi ampiamente positivo: +225 imprese".

"Il dato - fa notare - sembra contraddittorio rispetto alla diminuzione dello 0,5% registrata rispetto all'anno precedente: il motivo di questa discrepanza è da individuare nel fatto che la classe imprenditoriale è soggetta ad un progressivo invecchiamento, ragione per cui i saldi positivi della demografia imprenditoriale giovanile non riescono a bilanciare i flussi negativi dovuti al passaggio degli imprenditori al di sopra della soglia dei 35 anni. I giovani forniscono comunque un contributo determinante alla natalità imprenditoriale visto che più di una nuova attività su quattro (28%) è costituita da under 35. Si tratta di un risultato di rilievo se si pensa che le imprese giovanili rappresentano soltanto il 7,1% delle 36.900 aziende che costituiscono il sistema imprenditoriale aretino".

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