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Economia

Tavolo tra soggetti pubblici per Arezzo Fiere, più forti di fronte a Ieg

L'intervento di Lucia De Robertis e Vincenzo Ceccarelli esponenti aretini in Regione e poi della Camera di Commercio

Un tavolo di confronto tra i soggetti pubblici che sono soci di Arezzo Fiere. Questo quanto chiede la Camera di Commercio. Il quadro in cui ci si muove non è molto mutato dal giorno in cui 3 membri du 5 si sono dimessi dal Cda della fiera aretina, lasciando in sella il presidente Andrea Boldi con il suo vice Elio Vitali in rappresentanza del socio di maggioranza, la Regione Toscana. 

Per la Camera di Commercio che ha da sempre riversato notevoli cifre nell'organizzazione delle fiere orafe, il tavolo tra soci pubblici serve in tempi stretti "per verificare congiuntamente le criticità ed individuare le soluzioni e gli interventi più adeguati. Un tavolo che consenta, tra l’altro, agli stessi soci pubblici, di confrontarsi, con la necessaria massa critica, con IEG per concordare un arricchimento del calendario espositivo aretino con nuovi eventi fieristici e  convegnistico-congressuali di cui Rimini è leader nazionale."

Già perché anche il rapporto con Ieg è alla base delle diatribe di questi giorni, una società che si è legata ai marchi Oro Arezzo e Gold Italy sulla quale secondo Egiziano Andreani della Lega sarebbe necessario concentrare gli sforzi per verificare le loro inadempienze.

Sembrano tutti d'accordo che Arezzo Fiere abbia da tempo bisogno della figura di un tecnico di livello. Anche la Camera di Commercio sostiene da tempo la necessità che la società selezioni un direttore - di comprovata esperienza nel settore - che possa, a tempo pieno, seguire la gestione  della società e impegnarsi nell’implementazione di nuovi eventi. Ente camerale che sostiene anche che "a fronte della delicata situazione patrimoniale e finanziaria della società è necessario uno sforzo da parte di tutti per rilanciare le potenzialità della struttura. E proprio in questa logica abbiamo richiesto un  piano industriale di ampio respiro strategico,  finalizzato a recuperare il necessario equilibrio economico e che comprenda, se necessario, anche la vendita di porzioni immobiliari, non più strategiche per la mission di Arezzo Fiere e Congressi." 

Sulla vicenda si sono espressi congiuntamente anche i due rappresentanti aretini in Regione, la vice presidente del consiglio Lucia De Robertis e l'assessore alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli che puntano il dito sul ruolo che vuole svolgere il Comune di Arezzo:

Arezzo Fiere deve essere, come ha ricordato l’assessore Ciuoffo, luogo di congressi e convegnistica. Ne ha le potenzialità, soprattutto tenuto conto dello straordinario “retroterra” rappresentato dalla città e dalle valli. Un’attrattività che chiama direttamente in causa chi ha , oggi, le responsabilità di organizzare l’offerta di accoglienza nel territorio: il Comune. L’exploit di Firenze Fiera nel settore del turismo congressuale lo dimostra.

Arezzo Fiere deve essere messo nelle condizioni di venire a capo delle partite aperte in termini di contenzioso finanziario e tributario. Vanno studiate tutte le strade che possano portare, senza pregiudizio di alcuna delle parti, a questo risultato. Condividendo, fra gli attori della governance, le possibili strategie.  Questa volta, però è necessario che tutti i soci di Arezzo Fiere si siedano al tavolo, non solo per discutere di assetti e di cariche, bensì per chiarire quale sia l’effettivo contributo che si vuol dare per il rilancio di Arezzo Fiere. Il Comune in primo luogo.  Indicativa, in questo senso è la vicenda relativa all’Imu pregressa. Non si può solo prendere, bisogna anche essere pronti a reinvestire queste risorse nello sviluppo dell’attività fieristica. Per non parlare della questione che attiene al conferimento del campo scuola, che non può più essere rinviata senza causare gravi danni all’attività fieristica.

La Regione ha sempre fatto fino in fondo la sua parte in questi anni, come ha ben ricordato l’assessore Ciuoffo. Siamo fermamente convinti della necessità di continuare in questo impegno. Nella massima chiarezza fra le parti in causa, ciascuna, se davvero interessata, obbligata - ora - a fare quanto in sua disponibilità.

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