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Allevamenti tra crisi e siccità. Cia Arezzo: "Serve acqua. I Comuni vengano incontro alle imprese"

Il caldo prolungato e l’afa rischiano di assetare stalle e allevamenti dove gli animali presentano già evidenti segni di difficoltà: riposano poco e mangiano meno

In crisi ci sono anche gli allevamenti che, con grande difficoltà, tentano di preservare ogni singola goccia di acqua utile al dissetamento degli animali. Gli effetti della siccità in Toscana, così come in provincia di Arezzo, iniziano a farsi vedere e sentire anche in ambiti differenti da quello delle colture e dell'agricoltura. Ad andare in tilt sono anche gli allevamenti di bestiame del Casentino e della Valtiberina, località dove la risorsa idrica raramente scarseggia.

“I ventilatori e i nebulizzatori adottati per attenuare lo stress creato dalle alte temperature e portare un po’ di refrigerio nelle stalle e nei pollai non bastano - spiega Massimiliano Dindalini, direttore della Cia Arezzo - Serve l’acqua. Gli animali bevono molto di più. Nelle imprese agricole le riserve di risorsa non sono sufficienti per fornire i quantitativi di acqua necessari. Per evitare conseguenze pesanti, occorre un intervento rapido. Per questo abbiamo chiesto agli amministratori locali di consentire, con specifiche ordinanze, la possibilità di utilizzare l’acquedotto comunale per il riempimento di cisterne finalizzate al rifornimento degli abbeveratoi. Si tratta di un provvedimento straordinario e transitorio, in attesa delle concessioni di attingimento che hanno un iter più lungo e devono essere rilasciate dalla Regione Toscana. L’obiettivo è riuscire a garantire il benessere animale”.

Il caldo prolungato e l’afa rischiano di assetare stalle e allevamenti  dove gli animali presentano già evidenti segni di difficoltà: riposano poco e mangiano meno. “Il loro accrescimento – aggiunge Dindalini -  risulta sensibilmente ridotto, come ridotta è la produzione di latte e uova, con un danno gravissimo per le aziende già alle prese con il caro energia e i prezzi delle materie prime e dei concimi”.

“Cia Arezzo – commenta la presidente Serena Stefani - si sta muovendo su due fronti. Nell’immediato, per ottenere l’attivazione di un fondo a sostegno delle aziende in crisi per la siccità. E nel medio lungo periodo per individuare soluzioni capaci di contrastare gli effetti di una crisi climatica sempre più tangibile: il completamento e del potenziamento dei distretti irrigui del sistema occidentale di Montedoglio e la creazione di una rete di infrastrutture utili alla raccolta e stoccaggio dell’acqua, sono strategici per consentire all’agricoltura di continuare a vivere e a svilupparsi. In questo senso, la nostra confederazione si sta muovendo con decisione anche a livello regionale e a livello nazionale”.

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