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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Agricoltura e diritti dei braccianti. I sindacati: “Vanno garantiti redditi e tutele, oltre al rinnovo dei contratti provinciali”

L’obiettivo dell'agitazione di oggi "è rivendicare le ragioni di migliaia di famiglie di lavoratori del settore agricolo, ridotte in povertà dalla drastica diminuzione delle giornate di lavoro"

Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil oggi hanno mobilitato i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del settore agricolo, con presidi davanti alle Prefetture di tutta Italia. "Il decreto sostegni si dimentica, per l’ennesima volta, dei braccianti agricoli - spiegano dal sindacato - nessun ristoro previsto per questi lavoratori che nel 2020 hanno perso moltissime giornate di lavoro, contrariamente ai bonus a pioggia concessi a tante altre categorie, né la previsione, da tempo il sindacato chiede, di garantire figurativamente le stesse giornate lavorate nel 2019". 

Beffati due volte gli oltre 40mila lavoratori stagionali dell’agricoltura Toscana, come nel resto d’Italia. Per questo, e per stimolare una veloce conclusione del percorso di rinnovo dei contratti provinciali agricoli (Cpl), scaduti da oltre un anno, in Toscana i presìdi si sono svolti davanti alle Prefetture di Firenze, Siena, Grosseto e Arezzo, le principali province agricole della regione. L’obiettivo dell'agitazione di oggi "è rivendicare le ragioni di migliaia di famiglie di lavoratori del settore agricolo, ridotte in povertà dalla drastica diminuzione delle giornate di lavoro e dalla necessità di avere un adeguato sostegno, chiediamo al Governo diritti e dignità. Si tratta di lavoratrici e di lavoratori che hanno perso giornate di lavoro a causa dell’emergenza sanitaria in corso".

“I lavoratori stagionali agricoli – spiegano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Toscana – sono stati essenziali in tutte le fasi della pandemia, ma sono stati dimenticati anche dal governo Draghi, discriminati ed esclusi dal diritto di ricevere ristori adeguati. Questi lavoratori sono essenziali sempre, non solo quando è stato chiesto loro di continuare a lavorare, garantendo per mesi cibo sulle tavole di tutti. Vanno loro garantiti diritti contrattuali, un reddito dignitoso e sostegni adeguati come ad altre categorie di lavoratori”.

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