rotate-mobile
Devi disattivare ad-block per riprodurre il video.
Play
Replay
Play Replay Pausa
Disattiva audio Disattiva audio Disattiva audio Attiva audio
Indietro di 10 secondi
Avanti di 10 secondi
Spot
Attiva schermo intero Disattiva schermo intero
Skip
Il video non può essere riprodotto: riprova più tardi.
Attendi solo un istante...
Forse potrebbe interessarti...

Accordo Vicenza e Arezzo, Marzotto: "Insieme anche a Dubai." Ma cosa ne pensano gli orafi?

"Io venivo a lavorare ad Arezzo, ricordo l'ultimo giorno alla Lebole e per questo ho un legame anche affettivo con la città. Ci torno con una veste diversa, portando insieme ad Andrea Boldi, un'idea storica per l'oreficeria e la gioielleria...

"Io venivo a lavorare ad Arezzo, ricordo l'ultimo giorno alla Lebole e per questo ho un legame anche affettivo con la città. Ci torno con una veste diversa, portando insieme ad Andrea Boldi, un'idea storica per l'oreficeria e la gioielleria italiana che finora era divisa, la stiamo compattando per un sogno che è la nascita della piattaforma del miglior Made in Italy, per portarla in tutto il mondo, visto che le nostre aziende non sono grandissime, quindi vanno accompagnate e sostenute nei vari mercati esteri."

Con queste parole Matteo Marzotto ha parlato questa mattina di fronte ad alcuni operatori del comparto orafo aretino, per la verità pochi, ed ai molti esponenti delle associazioni di categoria alla Borsa Merci per la presentazione dell'accordo tra Arezzo Fiere e Congressi e la Fiera di Vicenza, da lui presieduta. Al suo fianco, Andrea Boldi, presidente della fiera aretina, forte sostenitore dell'accordo "O si cresce insieme o si muore" ha detto sibillino nel suo intervento di apertura.

"L'accordo è storico e strategico" per Andrea Sereni che ha portato il suo saluto come presidente della Camera di Commercio di Arezzo. Boldi e Marzotto lo chiamano fidanzamento, "c'è solo da decidere se comprare l'anello a Vicenza oppure ad Arezzo, e il matrimonio ci sarà con il lancio della piattaforma congiunta."

Scherzi a parte, oggi ad Arezzo l'accordo è stato presentato come una strategia che può dare frutti immediati, che mette insieme Vicenza con i suoi importanti spazi fieristici ed il primo comparto in Europa dal punto di vista produttivo, primo in iItalia in termini di aziende, di persone impiegate e di valore dell'export.

"Arezzo è il territorio più importante dal punto di vista produttivo - ha commentato Marzotto - Arezzo e Vicenza sono insieme un grande aggregatore del sapere fare italiano nel mondo e saranno un grande attrattore del mondo in Italia."

Soddisfatto Andrea Boldi:

"nasce un sistema Italia, non siamo più a mal celate concorrenze, ma siamo qui per mettere insieme queste due realtà, dove Vicenza ha altri spazi e altri numeri dal punto di vista fieristico e Arezzo ha un comparto, il più importante d'Europa. Mettersi insieme vuol dire diventare il primo player mondiale per la promozione del gioiello, questo, insieme alla visibilità internazionale di Matteo Marzotto potrà portare il gioiello italiano a riprendersi le quote di mercato che gli spettano. L'incontro di oggi serve perché o c'è una condivisione con le aziende oppure possiamo andare da poche parti, la fiera di quest'anno di Vicenza ha dato un segnale fortissimo, c'era il mondo, dovremo lavorare altrettanto per gli stessi risultati a Dubai, ad Arezzo, a Vicenza e a Las Vegas."

Calendario alla mano la strategia è quella di rendere Vicenza il polo fieristico votato all'estero e Arezzo quello per la promozione del Made in Italy?

"La prima fase dell'accordo è stata proprio quella sul calendario - ha risposto Marzotto - Dubai (di cui Fiera di Vicenza è partner) è una grande esposizione internazionale, trovare con Andrea Boldi un accordo sul calendario ha significato fare molto bene a Dubai e molto bene ad Arezzo, le chiacchiere restano chiacchiere e poi succedono le cose e siamo tutti più contenti."

Vicenza Oro Dubai si terrà dal 14 al 17 aprile prossimi e vede la Fiera di Arezzo impegnata in prima linea per portare a Dubai molti espositori, anche facilitando la loro presenza. Ma qual'è il ruolo di Arezzo a Dubai, dove la presenza ed i contatti delle aziende aretine sono state molto importanti?

"Si chiama Vicenza Oro Dubai - spiega Boldi - ma è una fiera di Arezzo al pari di quanto lo è di Vicenza, si tratta di fare un lavoro molto faticoso, siamo stati insieme a Dubai a parlare con i buyer, va vinta la diffidenza dei buyer, ma ci sono grandissime opportunità, compratori che non verrebbero mai qua a comprare, ci sono titoli come il 24 e il 22 carati che non vengono trattati in Europa, per questo dobbiamo puntare con pervicacia sulla Fiera di Dubai, anche battendoci la testa. Intanto stiamo curando l'incoming delle aziende su Dubai e stanno rispondendo molto bene." "Andiamo a Dubai una volta al mese circa - aggiunge Marzotto - iniziamo a conoscere bene il mercato, ci sono numeri che inducono a insistere, un miliardo e 700 milioni di euro di esportazioni partono a Dubai come piattaforma, dalla quale va in tutta la regione, Medio Oriente, Asia Centrale fino al Vietnam e al Nord Africa, quella è la piattaforma in cui essere. Arezzo è il grande territorio produttivo, non intendo una produzione di massa, ma una di altissima qualità, di altissima creatività, il miglior manufatto italiano, la miglior percezione del Made in Italy, ovviamente insieme a Vicenza, insieme a Torre del Greco e a Valenza, ma Arezzo è quella che fa le quantità importanti. Non tutto è facile, la congiuntura è complessa, le turbolenze finanziare e socio politiche non dipendono da noi, però noi ci stiamo investendo, ci siamo e ci saremo con i benefici nei prossimi anni."

Si potrà pensare di valorizzare anche il nome di Arezzo nel nome della fiera di Dubai ad esempio?

"E' molto impegnativo far crescere un brand come abbiamo fatto con Vicenza Oro Dubai - ha risposto Marzotto - semmai potremo ragionare insieme sul nome della piattaforma che vogliamo creare per la promozione del Made in Italy."

Sostenitore dell'accordo anche - Walter Bondi - recentemente nominato presidente della consulta nazionale degli orafi:

"Questo accordo è il punto di arrivo di un percorso, ma anche un punto di partenza per rendere il sistema orafo italiano unico ed avere un metodo per far dialogare i due settori di promozione più importanti, Arezzo e Vicenza. E' vero il sistema aretino esprime i numeri più grandi per addetti, aziende ed export, ma facciamo parte di un sistema nazionale e portiamo questo valore aggiunto nell'accordo, noi dobbiamo stare nel mercato internazionale e ci dobbiamo stare con il peso che rappresentiamo. Uno degli aspetti più importanti è quella dell'armonizzazione dei calendari, eravamo arrivati al punto paradossale in cui non si sapeva dove incastonare la Fiera di Arezzo".

Arezzo non è svenduta con questo accordo?

"Assolutamente no - afferma Bondi - Arezzo può trarre dei grossi vantaggi, il sistema è quello nazionale, i campanilismi e le singolarità non servono più."

La parola agli orafi In pochissimi hanno voluto parlare per dire la propria opinione rispetto all'accordo ed all'impegno verso la fiera di Dubai. Una posizione critica l'ha presa Alfio Giovannetti della Uno Microfusioni che si sente "denudato di quello che è il mio piccolo, giusto, motivato, corretto orgoglio imprenditoriale" e si pone innanzitutto una domanda:

"Perché si fa questo accordo? Secondo me ci sono interessi diversi da quelli che si dicono, la fiera di Dubai non mi convince molto ad esempio, anno scorso fu un flop tremendo perché Dubai è un centro di smistamento in pratica e per aziende come la mia è inutile andare lì a vendere i miei prodotti quando ci pensano i miei grossisti. Uno dei miei buyer, anno scorso mi ha ordinato 80 kg di croci, io non posso essere presente e fare concorrenza diretta ai miei clienti, non saprei nemmeno a chi vendere. Rispetto alla nostra partecipazione alla fiera di Vicenza nel 2014 ho pagato lo stand 225 euro al metro quadrato, nel 2015 invece 100 euro in più, poi ci hanno fatto firmare un contratto che ci vincola per tre anni sennò ogni volta il prezzo sarebbe aumentato. Abbiamo dovuto firmare, ma non mi sembra giusto. Al presidente della Fiera di Arezzo, nonché presidente degli orafi di Confartigianato, avevamo chiesto di perorare la causa pertinente gli stands della fiera di Vicenza, aveva promesso a breve (mese settembre 2015) una riunione per organizzare un "modus operandi" collettivo verso lo stesso Ente Vicentino. Detta riunione mai è stata indetta né approcciata. Se di successo "storico" si vuol parlare, è senza dubbio per Vicenza che detiene il non maggior numero di operatori nel settore orafo rispetto ad Arezzo. Il non " buon senso degli Aretini", che ricordo loro i nostri illustri antenati Etruschi distintisi nella lavorazione dei metalli preziosi, ha raggiunto questo grande insuccesso."

Diverso il punto di vista di altri due orafi aretini presenti alla Borsa Merci:

"Mi sembra un buon accordo che con una interessantissima formula coadiuva le due città più importanti che non collaboravano finora - ha invece commentato Fabio Civitelli della Seior - restano dubbi legati alla congiuntura economica e poi alla tutela del marchio Arezzo, dovranno essere bravi a trovare un giusto equilibrio per non farlo sparire."

"E' un buon punto di incontro per le strategie degli operatori del settore - ha detto Fausto Randellini della Falco - resta la contingenza del mercato che sta vivendo momenti difficili."

Video popolari

Accordo Vicenza e Arezzo, Marzotto: "Insieme anche a Dubai." Ma cosa ne pensano gli orafi?

ArezzoNotizie è in caricamento