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Quando Porta del Foro invase Sant'Andrea, Doro: "Così si vivevano i quartieri. Ora attesa per una lancia da portare a casa"

C'erano una volta i quartieri dove i ragazzi aretini si ritrovavano sempre, perché erano tutto quello che la città poteva offrire loro. Erano gli anni Sessanta, lo sballo del sabato sera non esisteva. Ma la goliardia si, e non si centellinava. E...

C'erano una volta i quartieri dove i ragazzi aretini si ritrovavano sempre, perché erano tutto quello che la città poteva offrire loro. Erano gli anni Sessanta, lo sballo del sabato sera non esisteva. Ma la goliardia si, e non si centellinava. E così si inventavano le "invasioni" al quartiere avversario, si stringevano ferree amicizie e la vita quotidiana si intrecciava con quella del quartiere.

"Oggi tutto è cambiato - racconta Roberto Doro, quartierista storico di Porta del Foro, che ha vestito i panni del dirigente e quelli del figurante ed ha vissuto tantissime stagioni dell'epopea giallo cremisi - come è cambiata la società aretina".

Uno sguardo al passato e uno al futuro, in equilibrio tra due epoche: "Ci sono stati momenti bellissimi, ad esempio con i fratelli Veneri e gli storici cappotti. Allora il quartiere era in grande fermento. E poi ci sono stati quelli difficili: uno lo stiamo vivendo in questi anni, la lancia d'oro manca da troppo tempo".

Doro è nato all'ombra di Porta San Lorentino, "il quartiere è la mia casa" racconta col sorriso di chi quella casa la conosce in ogni suo anfratto. "Di episodi che riguardano la vita da quartierista ne potrei raccontare molti. Come quando facevamo le 'invasioni' agli altri quartieri". Una di queste ha lasciato il segno e per anni, di bocca in bocca, è stata tramandata a generazioni di chimerotti. Erano i primi anni del 1960, William Monci aveva appena costituito i Musici. "Il maestro d'arme - racconta Doro - ci chiamò a raccolta. Dovevamo fare una prova: il passo, l'andatura, a quei tempi erano aspetti ritenuti importanti, ci tenevamo molto. E quella volta ad aprire il corteo di prova furono invitati i Musici". Poi l'idea: "Andiamo tutti insieme ad invadere Sant'Andrea". Così il corteo partì, ma Porta Trento Trieste arrivò una soffiata. "Arrivati a destinazione non trovammo nessuno. Sapete dov'erano? Erano tutti saliti sulla porta, armati di secchi d'acqua e cemento: non avevano una buona visuale però. Così appena sentirono chiarine e tamburi si scatenarono e rovesciarono i secchi. Il primo ad essere ricoperto dal cemento fu proprio Monci". E l'invasione rimase così nella storia, non scritta, ma tramandata, della Giostra.

"Adesso la vita di quartiere è diversa: ogni sera c'è una festa, ma c'è meno genuinità". E poi si fa sempre più sentire il peso di due lustri senza lancia. "L'ultima l'ha vinta Gabriele Veneri nel 2007 - dice Doro -. Adesso vedremo cosa faranno i nostri ragazzi. Cosa penso di loro? Li conosco da quando erano piccoli e credo che la fiducia sia ben riposta. Vernaccini era un ragazzino un po' svagato. Poi è cresciuto e ha trovato il suo ruolo: una moglie e una splendida bambina. E' diventato più responsabile e pacato. Ed ecco che i risultati non sono mancati. Ha fatto cose belle. Domenica si troverà insieme a Gabriele Innocenti, un altro giovane che è alla prima esperienza da titolare. Vedremo che effetto farà l'impatto con la piazza".

E la speranza giallo cremisi spicca ancora il volo.

@NadiaFrulli @ClaudiaFailli

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