La zuppa di cipolle: calda, avvolgente, vellutata e buonissima
La tradizione toscana e aretina propongono questo piatto in più e più forme
-
Categoria
Primo -
Difficoltà
Facile -
Tempo
60 minuti -
Dosi
Sei persone
Ingredienti
- Cipolle 1 chilo
- Pane (toscano)
- Parmigiano
- Olio extravergine di oliva
- Aceto
- Brodo vegetale 1 litro
- Sale
- Pepe
Procedimento
Mettete le cipolle a bagno in acqua e aceto e lasciatele, possibilmente, tutta la notte. Sbucciatele e affettatele sottilmente, fatele stufare in una casseruola con olio d'oliva e un mestolo di brodo di caldo. Coprite il composto e aggiungete un mestolo di brodo man mano che viene assorbito. Ripetete l'operazione per circa 30-40 minuti. Regolate di sale e pepe. Tagliate il pane a fette e fatelo abbrustolire in una padella con un olio extravergine di oliva. Distribuite la zuppa in piatti fondi, guarnite con le fette di pane e aggiungete subito il parmigiano per farlo fondere leggermente.
La ricetta
I fiorentini la chiamano carabaccia mentre in quel di Arezzo è più semplicemente la zuppa di cipolle. Pietanza povera, poverissima, consumata a paiolate dalle famiglie contadine durante la stagione invernale, oggi è diventata un piatto gourmet che offre più e più interpretazioni e si adatta ad ogni occasione. La sua preparazione è abbastanza semplice e prevede che alle cipolle stufate unite al pane tostato venga fornita una generosa dose di formaggio grattugiato e leggermente fuso. Un sapore delicato e avvolgente che si adatta a qualsiasi cena o pranzo. Per una preparazione ottimale si consiglia di prediligere cipolle rosse e lasciare a bagno per una notte in acqua e aceto, così da attenuare il loro odore pungente.
(ClaFa)
Un calice in abbinamento
Cambiando mano nella preparazione, la zuppa può essere più o meno densa, più o meno sapida, più o meno speziata. E il vino ideale, come sempre, si può scoprire solo alla prova dell'assaggio. Per andare sul sicuro, però, scegliamo un vino dal buon impatto olfattivo per reggere il confronto con una preparazione dalla spiccata aromaticità. Va bene bianco, anche se un rosso giovane non disturberebbe, perché di tannino non c'è un gran bisogno. Per detergere il cavo orale dalla naturale succulenza del piatto, basta un calice dal buon tenore alcolico. In Toscana possiamo pescare dalle calde zone grossetane: un profumato Maremma Toscana Doc Vermentino può fare al nostro caso.
(Mat.Cial.)
I fiorentini la chiamano carabaccia mentre in quel di Arezzo è più semplicemente la zuppa di cipolle. Pietanza povera, poverissima, consumata a paiolate dalle famiglie contadine durante la stagione invernale, oggi è diventata un piatto gourmet che offre più e più interpretazioni e si adatta ad ogni occasione. La sua preparazione è abbastanza semplice e prevede che alle cipolle stufate unite al pane tostato venga fornita una generosa dose di formaggio grattugiato e leggermente fuso. Un sapore delicato e avvolgente che si adatta a qualsiasi cena o pranzo. Per una preparazione ottimale si consiglia di prediligere cipolle rosse e lasciare a bagno per una notte in acqua e aceto, così da attenuare il loro odore pungente.
(ClaFa)
Un calice in abbinamento
Cambiando mano nella preparazione, la zuppa può essere più o meno densa, più o meno sapida, più o meno speziata. E il vino ideale, come sempre, si può scoprire solo alla prova dell'assaggio. Per andare sul sicuro, però, scegliamo un vino dal buon impatto olfattivo per reggere il confronto con una preparazione dalla spiccata aromaticità. Va bene bianco, anche se un rosso giovane non disturberebbe, perché di tannino non c'è un gran bisogno. Per detergere il cavo orale dalla naturale succulenza del piatto, basta un calice dal buon tenore alcolico. In Toscana possiamo pescare dalle calde zone grossetane: un profumato Maremma Toscana Doc Vermentino può fare al nostro caso.
(Mat.Cial.)