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Polenta: una ricetta che dà il benvenuto all'inverno

La ricetta prevede l'utilizzo di semplicissimi ingredienti impreziositi da condimenti succulenti e ghiotti

  • Categoria

    Primo
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    60 minuti
  • Dosi

    6 persone

50 grammi di farina di mais

2 litri d'acqua

olio d'oliva

sale grosso

Procedimento

In una pentola dal fondo d'acciaio versate i due litri d'acqua. Pochi minuti prima di sfiorare il bollore aggiungete un cucchiaio di sale e poi versate la farina a pioggia mescolando con un cucchiaio di legno. Continuate la cottura ad alta temperatura avendo cura di mescolare velocemente. Aggiungete anche un filo di olio di oliva e continuate a mescolare fino a che il composto non riprenderà il bollore. Abbassate il fuoco al minimo e proseguite con la cottura per 50 minuti a fuoco dolce mescolando di continuo. Capovolgete il tegame su un tagliere rotondo poco più grande del diametro del tegame per sformare la polenta. 

La ricetta

La polenta, si sa, è la naturale compagna dell'autunno e dell'inverno. Morbida, calda, avvolgente. Un piatto poverissimo, severo e confortante allo stesso tempo. Principalmente consumata nel Nord Italia, è anche la regina indiscussa dell'alimentazione di tutte quelle popolazioni che vivono lungo la costa appenninica. Arezzo compresa. Farina di mais, acqua, sale e un goccio - ma proprio un filo - d'olio d'oliva. La provincia aretina negli anni ha reso omaggio a questa pietanza dedicandole fiere e sagre che danno il benvenuto ai primi freddi. Monterchi e Rigutino sono soltanto alcune delle località dove ogni anno (Covid permettendo) vengono organizzate manifestazioni gastronomiche dove la polenta è sovrana.

Come mangiarla? C'è chi la fa fritta, chi la arrostisce sulla griglia e chi invece l'accompagna a ghiotti condimenti. Perfetta col sugo di carne macinata oppure di cacciagione. Ottima con il cinghiale in umido. Favolosa coi funghi trifolati (olio, aglio, una punta di peperoncino e porcini). Sublime con una salsa di formaggi fumante.

(ClaFa)

Un calice in abbinamento

Tutto dipende dal condimento, ovviamente. Chi non resiste ad assaggiare la polenta appena sfornata, nature, può accompagnarla con un semplice e poco invadente Prosecco Doc; fritta con un Prosecco Colli Asolani Docg. Ma se il sugo chiama, la Toscana torna di prepotenza. E ci vuole un rosso a base sangiovese: extra provincia, non lontano da Arezzo, tra i comuni di Rapolano e Murlo, c'è una piccola ma significativa Doc; si tratta della Grance Senesi Rosso che nel proprio disciplinare offre sia la versione base, perfetta per un sugo di carne, che una Riserva, da scapsulare col cinghiale in umido. 

(Mat.Cial.)

La polenta, si sa, è la naturale compagna dell'autunno e dell'inverno. Morbida, calda, avvolgente. Un piatto poverissimo, severo e confortante allo stesso tempo. Principalmente consumata nel Nord Italia, è anche la regina indiscussa dell'alimentazione di tutte quelle popolazioni che vivono lungo la costa appenninica. Arezzo compresa. Farina di mais, acqua, sale e un goccio - ma proprio un filo - d'olio d'oliva. La provincia aretina negli anni ha reso omaggio a questa pietanza dedicandole fiere e sagre che danno il benvenuto ai primi freddi. Monterchi e Rigutino sono soltanto alcune delle località dove ogni anno (Covid permettendo) vengono organizzate manifestazioni gastronomiche dove la polenta è sovrana.

Come mangiarla? C'è chi la fa fritta, chi la arrostisce sulla griglia e chi invece l'accompagna a ghiotti condimenti. Perfetta col sugo di carne macinata oppure di cacciagione. Ottima con il cinghiale in umido. Favolosa coi funghi trifolati (olio, aglio, una punta di peperoncino e porcini). Sublime con una salsa di formaggi fumante.

(ClaFa)

Un calice in abbinamento

Tutto dipende dal condimento, ovviamente. Chi non resiste ad assaggiare la polenta appena sfornata, nature, può accompagnarla con un semplice e poco invadente Prosecco Doc; fritta con un Prosecco Colli Asolani Docg. Ma se il sugo chiama, la Toscana torna di prepotenza. E ci vuole un rosso a base sangiovese: extra provincia, non lontano da Arezzo, tra i comuni di Rapolano e Murlo, c'è una piccola ma significativa Doc; si tratta della Grance Senesi Rosso che nel proprio disciplinare offre sia la versione base, perfetta per un sugo di carne, che una Riserva, da scapsulare col cinghiale in umido. 

(Mat.Cial.)

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