Castagnole, tutto il sapore del Carnevale aretino
Buone da mangiare e facili da fare. In alcune fasi della preparazione possono essere coinvolti anche i bambini
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Categoria
Dessert -
Difficoltà
Facile -
Tempo
30 minuti -
Dosi
8 porzioni
Ingredienti
250 gr. di farina
due uova
3 cucchiai di zucchero
60 gr. di burro
un cucchiaio di grappa
un cucchiaio di lievito in polvere
scorza di limone
olio di semi per friggere
zucchero a velo
Procedimento
In una ciotola adagiare il burro a temperatura ambiente, lo zucchero, la grappa e la scorza di limone. Poi unire un terzo della farina e le un uomo e iniziare a lavorare l'impasto. Gradualmente aggiungere l'altro uovo, la farina e il lievito.
Lavorare gli ingredienti fino a quando l'impasto non diventerà più consistente. Poi adagiare tutto su una spianatoia e continuare a lavorare fin quando non sarà compatto e liscio.
A questo punto inizia la parte più divertente del "lavoro", nella quale possono essere coinvolti anche i bambini. L'impasto si divide in parti, che a loro volta verranno suddivisi in pezzi più piccoli. Ogni pezzo dovrà essere lavorato e trasformato in una "pallina" dal diametro di circa due centrimetri e mezzo.
A questo punto si possono friggere le castagnole, poche alla volta, in una casseruola dai bordi alti. Si possono servire subito, ma non prima di averle spolverate con abbondante zucchero a velo. Se però volete rispettare la tradizione della nonna, va benissimo anche lo zucchero semolato.
La ricetta
E' una ricetta semplice, di quelle che le nonne tramandano a memoria. Di generazione in generazione, ogni carnevale, se non son fiocchi son castagnole. Diffuse soprattutto nelle regioni del Centro Italia, anche nell'Aretino quelle "palline" di pasta, fritte e zuccherate, sono la prelibatezza legata a questo periodo. A seconda delle regioni, cambia anche l'impasto: ci sono molte varianti.
Ma quando è nata la ricetta del Carnevale? Le sue origini sono antichissime. Nell'archivio di stato di Viterbo è stato addirittura ritrovato un volume manoscritto del Settecento dove erano state scritte ben quattro diverse ricette, una delle quali prevedeva la cottura al forno.
Oggi le varianti, come detto sono molteplici: gli ingredienti principali sono sempre gli stessi, ovvero uova, farina, burro e zucchero, e anche il metodo di cottura è quasi sempre la frittura. Ma poi ci sono quelle ripiene di crema pasticcera o di panna, quelle con l'achermes, quelle al cioccolato.
Vi proponiamo quella tipica delle cucine dell'Aretino. Per tornare un po' bambini e riassaporare il gusto del Carnevale.
Un calice in abbinamento
Le castagnole sono un piatto dolce. E la regola base di abbinamento cibo/vino per i dessert impone un vino dolce. Pasticceria secca, cioccolata, dolci al cucchiaio, mignon: si può spaziare, a seconda della preparazione, dallo spumante doux o demi-sec al vino passito. In questo caso, abbiamo le castagnole: dolcetti di Carnevale dotati di due caratteristiche fondamentali: la grassezza e la dolcezza. Se eseguite a regola d'arte non dovremmo considerare l'untuosità, perché un buon fritto non è untuoso. Nel piatto non ritroviamo succulenza, data la pastosità delle castagnole. Quindi non c'è necessità di grandi livelli alcolici (che potrebbero "ammazzare" il piatto nell'abbinamento), né di tannino (quindi è perfetto un vino bianco). L'estrema morbidezza delle castagnole impone un vino fresco (cioè acido) e sapido, meglio se effervescente, in grado - grazie alla presenza di anidride carbonica - di rafforzare le durezze ed eseguire al meglio la funzione di "pulizia" di una bocca pastosa e dolce. Un buon abbinamento potrebbe essere con uno spumante metodo Martinotti del Veneto: il Fior d'Arancio Colli Euganei Dolce Docg.
Mat.Cial.
E' una ricetta semplice, di quelle che le nonne tramandano a memoria. Di generazione in generazione, ogni carnevale, se non son fiocchi son castagnole. Diffuse soprattutto nelle regioni del Centro Italia, anche nell'Aretino quelle "palline" di pasta, fritte e zuccherate, sono la prelibatezza legata a questo periodo. A seconda delle regioni, cambia anche l'impasto: ci sono molte varianti.
Ma quando è nata la ricetta del Carnevale? Le sue origini sono antichissime. Nell'archivio di stato di Viterbo è stato addirittura ritrovato un volume manoscritto del Settecento dove erano state scritte ben quattro diverse ricette, una delle quali prevedeva la cottura al forno.
Oggi le varianti, come detto sono molteplici: gli ingredienti principali sono sempre gli stessi, ovvero uova, farina, burro e zucchero, e anche il metodo di cottura è quasi sempre la frittura. Ma poi ci sono quelle ripiene di crema pasticcera o di panna, quelle con l'achermes, quelle al cioccolato.
Vi proponiamo quella tipica delle cucine dell'Aretino. Per tornare un po' bambini e riassaporare il gusto del Carnevale.
Un calice in abbinamento
Le castagnole sono un piatto dolce. E la regola base di abbinamento cibo/vino per i dessert impone un vino dolce. Pasticceria secca, cioccolata, dolci al cucchiaio, mignon: si può spaziare, a seconda della preparazione, dallo spumante doux o demi-sec al vino passito. In questo caso, abbiamo le castagnole: dolcetti di Carnevale dotati di due caratteristiche fondamentali: la grassezza e la dolcezza. Se eseguite a regola d'arte non dovremmo considerare l'untuosità, perché un buon fritto non è untuoso. Nel piatto non ritroviamo succulenza, data la pastosità delle castagnole. Quindi non c'è necessità di grandi livelli alcolici (che potrebbero "ammazzare" il piatto nell'abbinamento), né di tannino (quindi è perfetto un vino bianco). L'estrema morbidezza delle castagnole impone un vino fresco (cioè acido) e sapido, meglio se effervescente, in grado - grazie alla presenza di anidride carbonica - di rafforzare le durezze ed eseguire al meglio la funzione di "pulizia" di una bocca pastosa e dolce. Un buon abbinamento potrebbe essere con uno spumante metodo Martinotti del Veneto: il Fior d'Arancio Colli Euganei Dolce Docg.
Mat.Cial.