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L'arista della Cristina: il top di gamma dei secondi piatti di carne

La ricetta estorta con l'inganno di una preparazione succosa e mai banale

  • Categoria

    Secondo
  • Difficoltà

    Facile
  • Dosi

    6 persone
  • Arista 1 chilo (preferire pezzi dalla parte del capocollo)
  • sale
  • pepe
  • rosmarino
  • aglio (1 spicchio)

Procedimento

Come prima cosa condire bene il pezzo di carne con sale e pepe massaggiandolo esternamente. Aggiungere lo spicchio d'aglio schiacciato e un rametto di rosmarino da adagiare sulla parte sommitale del pezzo. Procedere dunque con la legatura dell'arista. Utilizzando dello spago da cucina passate l'intero pezzo. È consigliabile fare questo passaggio il giorno prima della cottura o comunque diverse ore in anticipo in modo da lasciare che la carne si insaporisca a dovere. Successivamente, adagiate il pezzo su una pentola dai bordi molto alti e mettetevi un fondo d'olio d'oliva. Riscaldate il forno a 170° e una volta raggiunta la temperatura infornate la carne. Ricordate di utilizzare delle pentole interamente d'acciaio o di terracotta in modo tale che non si rovinino in forno. La cottura dovrà andare avanti per circa 60-90 minuti. Se il pezzo di carne è più grosso è consigliabile lasciarlo in forno anche due ore. Non coprire la carne se non con un para schizzi. Non aggiungere troppo olio poiché durante la cottura la carne rilascerà molti succhi. Sfornare e servire a fette insaporendole con il sughetto prodotto durante la cottura. 

La ricetta

Quella che segue non è una ricetta come molte altre. L'arista cucinato dalla mia amica Cristina è, non solo uno dei secondi piatti di carne che amo di più al mondo, ma, provare per credere, la prova tangibile che c'è davvero qualcosa che mette tutti d'accordo. Una carne per nulla semplice da mettere bene in pentola ma che nelle sue delicate mani si trasforma in un momento di sublime scioglievolezza. Buona da matti, succosa, saporita, tenera e profumata. Una poesia. Di seguito riporto la ricetta che, ciclicamente, mi ripete con quella semplicità di chi è convinta di non aver fatto nulla di portentoso. 

ClaFa

Un calice in abbinamento

L'arista appena sfornata ha caratteristiche molto nette - come tendenza dolce della carne di maiale, succulenza data dalla masticazione e possibile untuosità data dal sughetto - che devono essere ben bilanciate nel calice. Come? Rispettivamente con freschezza, alcol e tannino. Ci vuole un buon rosso come il Barco Reale di Carmignano Doc, prodotto tra le province di Prato e Firenze, a partire da una base di sangiovese con tagli di vitigni (autoctoni e non).

Mat.Cial.

Quella che segue non è una ricetta come molte altre. L'arista cucinato dalla mia amica Cristina è, non solo uno dei secondi piatti di carne che amo di più al mondo, ma, provare per credere, la prova tangibile che c'è davvero qualcosa che mette tutti d'accordo. Una carne per nulla semplice da mettere bene in pentola ma che nelle sue delicate mani si trasforma in un momento di sublime scioglievolezza. Buona da matti, succosa, saporita, tenera e profumata. Una poesia. Di seguito riporto la ricetta che, ciclicamente, mi ripete con quella semplicità di chi è convinta di non aver fatto nulla di portentoso. 

ClaFa

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L'arista appena sfornata ha caratteristiche molto nette - come tendenza dolce della carne di maiale, succulenza data dalla masticazione e possibile untuosità data dal sughetto - che devono essere ben bilanciate nel calice. Come? Rispettivamente con freschezza, alcol e tannino. Ci vuole un buon rosso come il Barco Reale di Carmignano Doc, prodotto tra le province di Prato e Firenze, a partire da una base di sangiovese con tagli di vitigni (autoctoni e non).

Mat.Cial.

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