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Pane, brace e tarese del Valdarno: la perfezione arriva in tavola

Una ricetta inesistente che consente ai commensali di assaporare a pieno il salume in tutta la sua bontà

  • Categoria

    Antipasto
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    15 minuti
  • pane
  • tarese del Valdarno

Procedimento

Come primo procedimento affettate il pane, rigorosamente toscano. Realizzate delle mezze fette non troppo sottili e adagiatele su un tagliere. Affettare a mano la tarese predilegendo un coltello molto affilato in modo da tagliare delle fette nette. Adagiate il salume sul pane e infornate per qualche minuto a 180°. Una volta che il grasso avrà iniziato a diventare trasparente sfornate i crostini e gustateli tiepidi. 

In alternativa i crostini possono essere scottati anche sulla griglia del barbecue per qualche minuto. 

La ricetta

Una volta assaggiata nessuna pancetta sarà in grado di copetervi. La tarese del Valdarno è la carne tesa più rappresentativa di quel lembo di terra che solca il confine tra le province di Arezzo e Firenze. Realizzata dalla schiena e pancia di maiali adulti (oltre 200 chilogrammi) viene massaggiata, coccolata e insaporita con sale, spezie (top secret) e aglio per poi essere lavata e infine adagiata in luogo asciutto e ventilato per almeno 3 mesi. Fantastica da assaporare in fette sottili, raggiunge la sua espressione massima dopo un breve passaggio sulla griglia finendo con l'adagiarsi su una fetta di pane.

ClaFa

Un calice in abbinamento

Un crostino caldo della tradizione richiama un vino tradizionale. E allora non si scappa, ci sta il rosso della casa. Un vino del contadino (fatto bene) della zona, che potrebbe fregiarsi - visto che il Valdarno aretino ricade nell'areale - della denominazione Chianti Docg. Un Chianti schietto e sincero, d'annata, vibrante di freschezza per bilanciare la tendenza dolce del pane e del salume, con un po' di tannino per ripulire la bocca dai grassi in fusione.

Mat.Cial.

Una volta assaggiata nessuna pancetta sarà in grado di copetervi. La tarese del Valdarno è la carne tesa più rappresentativa di quel lembo di terra che solca il confine tra le province di Arezzo e Firenze. Realizzata dalla schiena e pancia di maiali adulti (oltre 200 chilogrammi) viene massaggiata, coccolata e insaporita con sale, spezie (top secret) e aglio per poi essere lavata e infine adagiata in luogo asciutto e ventilato per almeno 3 mesi. Fantastica da assaporare in fette sottili, raggiunge la sua espressione massima dopo un breve passaggio sulla griglia finendo con l'adagiarsi su una fetta di pane.

ClaFa

Un calice in abbinamento

Un crostino caldo della tradizione richiama un vino tradizionale. E allora non si scappa, ci sta il rosso della casa. Un vino del contadino (fatto bene) della zona, che potrebbe fregiarsi - visto che il Valdarno aretino ricade nell'areale - della denominazione Chianti Docg. Un Chianti schietto e sincero, d'annata, vibrante di freschezza per bilanciare la tendenza dolce del pane e del salume, con un po' di tannino per ripulire la bocca dai grassi in fusione.

Mat.Cial.

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