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Giovedì, 28 Marzo 2024

Lo sformato di gobbi: buono da far paura

Una ricetta zero spreco particolarmente apprezzata durante la stagione invernale e nei pranzi di festa

  • Categoria

    Contorno
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    60 minuti
  • Dosi

    10 persone
  • 500 grammi di gobbi (cardi) puliti
  • 4 uova
  • 50 grammi di parmigiano
  • 30 grammi di burro
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 tazza di besciamella
  • sale
  • pan grattato qb

Procedimento

Tra i procedimenti più noiosi di questa ricetta c'è quello riguardante la sfilettatura dei gobbi. Dopo averli puliti tagliateli a pezzi non più grandi di 4-5 centimetri, immergeteli in acqua e lessateli in acqua salata per circa 40 minuti. Trascorso questo tempo, sgocciolateli e teneteli da parte. Per realizzare lo sformato, sciogliete il burro in un tegame e poi unitevi i gobbi le lasciateli andare per alcuni minuti, abbassate la fiamma, aggiungete il latte e portate a cottura (30 minuti circa). Una volta terminata la cottura ritirate i gobbi e lasciateli freddare in una ciotola per poi tritarli finemente con l'aiuto di una mezza luna. Unitevi la besciamella, incorporate al composto le uova e il parmigiano, sale e amalgamate. Versate il composto in uno stampo imburrato, cospargetevi sopra del pan grattato e un filo d'olio e cuocete in forno caldo a 170° per 35-40 minuti. Ritirate, lasciate riposare 5 minuti e sformate sul piatto da portata.

La ricetta

Un piatto delizioso, dall'apporto calorico notevole e dal gusto indimenticabile. Se c'è una verdura tipica della stagione invernale questa è il regal cardo, altrimenti noto come gobbo. I gobbi fritti e rifatti, nella tradizione culinaria aretina, sono il non plus ultra delle bontà fatte in casa durante le giornate di festa. Lo sformato invece, è una variante particolarmente apprezzata da tutti coloro che non amano gli sprechi in cucina. Sebbene di seguito riportiamo il procedimento da zero, questo piatto solitamente si basa sull'utilizzo di ingredienti avanzati da preparazioni precedenti. Il gobbo dopo essere stato pulito e lessato, trova una perfetta coniugazione con parmigiano e besciamella diventando una goduriosa ricetta.

ClaFa

Un calice in abbinamento

Si impone la bollicina e non una qualsiasi. Occorre un sorso di corpo per reggere una pietanza non banale. Possiamo puntare sul Franciacorta: quindi spumante metodo classico dal fine perlage, con una quota di Pinot nero almeno pari al 50%, per garantire struttura nel bicchiere. Sapidità e freschezza rinforzate dall'affervescenza bilanciano tendenza dolce e grassezza della preparazione. Un dosaggio zuccherino basso (extra brut o pas dosé) può dare ulteriore grinta alla beva che si confronta con un piatto in cui spiccano decisamente le componenti morbide.

Mat.Cial.

Un piatto delizioso, dall'apporto calorico notevole e dal gusto indimenticabile. Se c'è una verdura tipica della stagione invernale questa è il regal cardo, altrimenti noto come gobbo. I gobbi fritti e rifatti, nella tradizione culinaria aretina, sono il non plus ultra delle bontà fatte in casa durante le giornate di festa. Lo sformato invece, è una variante particolarmente apprezzata da tutti coloro che non amano gli sprechi in cucina. Sebbene di seguito riportiamo il procedimento da zero, questo piatto solitamente si basa sull'utilizzo di ingredienti avanzati da preparazioni precedenti. Il gobbo dopo essere stato pulito e lessato, trova una perfetta coniugazione con parmigiano e besciamella diventando una goduriosa ricetta.

ClaFa

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Si impone la bollicina e non una qualsiasi. Occorre un sorso di corpo per reggere una pietanza non banale. Possiamo puntare sul Franciacorta: quindi spumante metodo classico dal fine perlage, con una quota di Pinot nero almeno pari al 50%, per garantire struttura nel bicchiere. Sapidità e freschezza rinforzate dall'affervescenza bilanciano tendenza dolce e grassezza della preparazione. Un dosaggio zuccherino basso (extra brut o pas dosé) può dare ulteriore grinta alla beva che si confronta con un piatto in cui spiccano decisamente le componenti morbide.

Mat.Cial.

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