"Dall'Afghanistan all'Italia, un incubo tra le pareti domestiche", madre e figlia denunciano il padre
La vicenda è approdata al tribunale di Arezzo: le due donne e altri figli della coppia si trovano in un luogo protetto
Si sono allontanate da casa spinte dalla paura. Le loro parole sono state ascoltate dagli inquirenti e adesso due donne, madre e figlia (seguite poi da altri figli più piccoli) sono in un luogo protetto. E' una storia di violenza tra le mura domestiche quella denunciata, che nei giorni scorsi è approdata di fronte al gip di Arezzo Stefano Cascone. Una storia di difficoltà di integrazione, ma anche di voglia di riscatto e di libertà.
Tutto è iniziato con l'arrivo della famiglia originarie dell'Afghanistan nell'Aretino. I dissidi sarebbero cominciati presto: stando al racconto delle due donne, il padre e marito rinfacciava loro di essere volute venire in Italia, e non rivolgeva loro parola. Di fronte agli inquirenti, con le lacrime agli occhi, hanno raccontanto di un clima di paura fomentato da minacce e offese nei loro confronti e nei confronti della famiglia della madre. Una vita di violenze trascorsa in Afganistan, con tanto di pesanti percosse e minacce. Un'esistenza scandita dalla paura - hanno detto - qui ad Arezzo. Con minacce di suicidio da parte dell'uomo, che in una occasione avrebbe anche picchiato una delle figlie sulle gambe, con un filo elettirico. E poi le parole ritenute più pesanti, quelle che in Afganistan significano "divorzio" e che per una donna significano la perdita della dignità.
Il percorso di accoglienza, infine, prevedeva che venisse dato un contributo economico alla famiglia, che stando alla denuncia inoltrata l'uomo avrebbe sempre trattenuto per intero, senza mai condividerlo con i familiari.
Adesso madre e figli sono stati allontanati e presto prenderà il via il procedimento che vede il padre sul banco degli imputati.
