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Cronaca

"Un emissario della camorra nella villa di Licio Gelli", le rivelazioni di un pentito sui contatti con i Casalesi

L'asse tra la P2 e il clan dei Casalesi nei verbali del processo sulle stragi di 'Ndrangheta

Villa Wanda crocevia dei rapporti tra la massoneria deviata e la camorra casalese. Palcoscenico di incontri tra un emissario della cosca  dei Bidognetti e la P2. E' quanto emerso negli atti del processo sulla 'Ndrangheta stragista che si è concluso poche settimane fa al tribunale di Reggio Calabria. I rapporti tra la massoneria deviata e la cosca - come riporta Caserta News - sarebbero stati intrecciati con un incontro tra lo stesso Gelli e Guido Mercurio, inviato del gruppo Bidognetti. A rivelarlo è stato un collaboratore di giustizia, Luigi Di Dona, e le sue parole sono finite nei verbali agli atti del procedimento giudiziario.

"Mercurio andava da Gelli a nome del gruppo Bidognetti - si legge negli atti -, di cui era esponente di rilievo. Insomma Mercurio non ha mai trattato affari a titolo personale, ma sempre per conto di Francesco Bidognetti (alias Cicciotto ’e mezzanotte). Mercurio solo una volta, si fece sfuggire che Gelli gli interessava per i processi in Cassazione. Non so se questo fosse l'unico interesse di Mercurio e del nostro gruppo verso Gelli".
Il tramite per agganciare Gelli, secondo Di Dona, "era un meccanico che si chiamava Gino ed era calabrese, il cognome non lo so, non me l'ha mai detto. Tramite questo Gino, che questo nipote di Bidognetti ha presentato a Mercurio, quest’ultimo è riuscito ad avere l'appuntamento con Licio Gelli a Villa Wanda ad Arezzo".

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