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Nuovo processo

Vigilante accusato di evasione fiscale: non ha dichiarato l'oro rubato

Si tratta di colui che nel 2016 compì il colpo del secolo a Badia al Pino rubando con un furgone 4milioni e 200 mila euro di oro per poi sparire nel nulla dopo aver scontato la pena ai domiciliari

La legge stabilisce che anche i proventi di attività illecite devono essere dichiarati al fisco. E' in base a questa norma che è di nuovo tornato a processo, con l'accusa di evasione fiscale, il vigilante che rubò l'oro nel 2016. Antonio di Stazio mise a segno il colpo del secolo a Badia al Pino.

Ieri al tribunale di Arezzo il giudice Giorgio Margheri ha dato avvio al processo. Assente l'imputato che non si sa dove sia. Secondo i conti fatti, sparendo con 4,2 milioni di euro avrebbe dovuto pagare un milione e 904mila euro di Irpef.

Di Stazio è difeso dall'avvocato Cristiano Cazzavacca. Ieri in aula sono stati ascoltati due funzionari dell'agenzia dell'entrate.

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