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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sansepolcro

Irregolarità nell’area del dopofestival. La procura archivia: “infrazioni tenui”

"Nell'atto che archivia l'intera vicenda il pubblico ministero ritiene che "le opere realizzate in assenza di titolo autorizzativo previsto dalla normativa (autorizzazione del Soprintendente) appaiono di modeste dimensioni"

La procura della Repubblica presso il tribunale di Arezzo ha archiviato la vicenda dell'estate 2021 che ha portato alla chiusura del dopofestival, dell'area incontri e dell'area ristoro di Kilowatt Festival presso i Giardini di Piero della Francesca. Le supposte infrazioni alla legge denunciate da un privato cittadino residente nell'area adiacente alla zona in questione sono state ritenute dal Tribunale di Arezzo "di particolare tenuità". Pertanto, risultano archiviate le posizioni della oresidente dell'associazione CapoTrave/Kilowatt, del direttore artistico Luca Ricci, del direttore organizzativo Alessandro Marini, nonché dell'ex sindaco del Comune di Sansepolcro Mauro Cornioli, che era stato anch'egli denunciato. Nell'atto che archivia l'intera vicenda il pubblico ministero ritiene che "le opere realizzate in assenza di titolo autorizzativo previsto dalla normativa (autorizzazione del Soprintendente) appaiono di modeste dimensioni e non risultano elementi da cui desumere un pregiudizio significativo e rilevante al contesto storico/culturale circostante, che non sono stati effettuati movimenti di terreno o altri interventi che hanno modificato lo stato del bene tutelato, e che sarebbero rimaste sul posto per i soli giorni di durata del festival". Per queste ragioni, il provvedimento è stato archiviato.

"La vicenda si chiude per noi nel migliore dei modi - dichiarano a nome di CapoTrave/Kilowatt i direttori Lucia Franchi e Luca Ricci - Siamo stati vittima del malanimo di un singolo cittadino e dell'eccesso di zelo di qualche rappresentante delle forze dell'ordine. In una situazione del genere si potevano e si dovevano cercare delle forme di conciliazione al fine di salvaguardare il bene più prezioso che veniva messo a rischio: questo non era l'ordine pubblico, contro cui non portavamo alcun attacco, bensì la realizzazione dell'attività culturale in corso, che invece è stata costretta a interrompersi, malgrado Unione Europea, Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Sansepolcro vi stessero investendo soldi dei cittadini, riconoscendone l'alto valore culturale. In nome di supposti reati che il Tribunale stesso definisce di particolare tenuità, si è arrecato un grave danno alla nostra organizzazione, agli artisti provenienti da tutta Italia e dall'Europa che hanno dovuto annullare le loro esibizioni, alle strutture ricettive che lavoravano in quell'area e al pubblico che ha perso un'opportunità culturale, oltre a restituire un'immagine poco lusinghiera della nostra città. Il tutto, per di più, in piena situazione Covid quando, dopo mesi di chiusure forzate di teatri ed esercizi commerciali, il solo fatto di essere lì, a fare il festival, era un miracolo che andava festeggiato, e non ostacolato. Speriamo che questa archiviazione sia un'occasione per riflettere sull'esito dell'intera vicenda, su come il nostro e l'altrui lavoro, le economie investite e le possibilità culturali a disposizione del nostro territorio siano state colpite, a causa di immotivate ostilità, nocive per tutti. Da parte nostra, vogliamo ringraziare nuovamente le tantissime persone e le istituzioni che ci hanno espresso solidarietà e offerto aiuto in questa complessa e difficile vicenda".

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