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Campagna vaccinale

Un anno fa via alle dosi. Martina: "Fui la prima ad Arezzo, oggi penso alle mie figlie e dico a tutti: vaccinatevi"

Era il 27 dicembre 2020 e nel corso del Vaccine-Day ci fu il primo passo di quello che è stato un cambiamento epocale, anche per Arezzo. Da allora circa 600mila vaccinazioni sono state eseguite nella sola provincia

E' passato un anno da quando la prima dose di vaccino fu somministrata in provincia di Arezzo. Era il 27 dicembre 2020 e nel corso del Vaccine-Day ci fu il primo passo di quello che è stato un cambiamento epocale, anche per Arezzo. Da allora circa 600mila vaccinazioni sono state eseguite nella sola provincia. Da allora è iniziato il percorso di ritorno verso la normalità.
La prima vaccinata fu Martina Erdas, una giovane operatrice sanitaria impegnata da un anno alla centrale di tracciamento del Centro Affari e Convegni di Arezzo.

"Di quella giornata ho un ricordo bellissimo, era una domenica piena di sole e di speranza, e per me fu molto emozionante. Mi sono ritrovata ad essere testimonial di questa grande impresa medica ed a lanciare un messaggio molto importante di sicurezza e salute. Ho anche rappresentato, con orgoglio, la mia figura professionale quella degli assistenti sanitari del Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione. Da allora, infatti, lavoro stabilmente alla centrale di tracciamento con dei colleghi fantastici. Purtroppo i contagi stanno aumentando, ma non dobbiamo scoraggiarci - prosegue Martina -. Abbiamo un'arma straordinaria a nostra disposizione: i vaccini". 

Martina Erdas 2-2Da allora sono passati 12 mesi e la giovane operatrice sanitaria ha portato avanti il suo lavoro e oggi lancia un messaggio importante: "Questi strumenti hanno cambiato radicalmente la nostra vita, ci hanno permesso di riprendere le nostre abitudini e di tornare, in parte, alla normalità. Sono contenta di essermi vaccinata per me stessa, per gli altri ma soprattutto per proteggere le mie bambine Giorgia e Chiara. Per chi ancora, tra dubbi e paure infondate, non si è vaccinato dico solo: vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi affidatevi alla scienza. Sono i dati e risultati che parlano. Grazie alla vaccinazione sono diminuiti, rispetto a un anno fa, i ricoveri ospedalieri, gli accessi in terapia intensiva e i decessi. Da mamma di una bambina di 7 anni, inoltre, provvederò a vaccinare al più presto anche lei. I bambini, come gli anziani vanno protetti e guidati in un percorso di sicurezza.
Un anno fa eravamo in zona rossa e in pieno lockdown, oggi, nonostante il Covid, i negozi sono aperti e riusciamo a fare vita sociale, ma il virus, purtroppo, è ancora tra noi e io lo posso testimoniare in maniera diretta. Ogni giorno parlo con decine di persone per comunicare le diagnosi, tracciarne gli spostamenti e rispondere a domande e dubbi.
Ora più che mai c'è bisogno di responsabilità e prudenza da parte di tutti. Sono giornate in cui siamo abituati a stare insieme a condividere pranzi e cene.Cerchiamo di non abbassare la guardia. Tuteliamo i nostri anziani, usiamo le mascherini e  cerchiamo di vaccnarci".

Uno sforzo organizzativo immenso per la Asl e per i suoi sanitari, che oggi si voltano indietro per stilare un bilancio di quanto avvenuto: "Sono stati dodici mesi intensi - dichiara il direttore generale Antonio D'Urso - che ci hanno impegnato in uno sforzo organizzativo che non ha precedenti nella storia sanitaria nazionale. Abbiamo avviato un percorso che ci ha portato a vaccinare in ogni luogo possibile: dai reparti ospedalieri, alle Rsa, dai luoghi di lavoro, alle scuole e da allora non ci siamo mai fermati.
In questo momento sono attivi 24 hub vaccinali in tutto il territorio della nostra azienda ed abbiamo somministrato oltre 1.460.000 dosi, e circa l'85% dei nostri residenti  hanno completato il ciclo vaccinale in due dosi.
Dobbiamo imparare da ciò che è successo in questi dodici mesi in cui da una parte vi è stata una grande risposta civica da parte dei nostri concittadini, e i dati vaccinali sono qui a dimostrarlo, dall'altra dobbiamo continuare a predicare prudenza e responsabilità. Questa è forse la fase della pandemia più delicata da affrontare: un periodo in cui tutte le attività economiche, produttive e di socializzazione sono aperte e sentiamo una grande spinta a tornare alla piena normalità, ma è proprio ora che dobbiamo avere più attenzione ai nostri comportamenti. Sono convinto che se continuiamo a vaccinare con questo ritmo e rispetteremo le regole usciremo da questo momento critico più forti.”

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