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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Aumenta l'uso di eroina e cocaina ad Arezzo. Becattini: "Gravi danni neurologici nei 50enni, ascoltate i vostri ragazzi"

Marco Becattini come responsabile del dipartimento delle dipendenze fa il quadro della situazione del territorio aretino con l'esplosione dei consumi di cocaina (poco misurabile) e di eroina (molto più visibile)

"C'è un'esplosione di casi che si osserva dal periodo post lockdown". Questa la prima osservazione del dottor Marco Becattini, responsabile del Ser.D. di Arezzo e quindi del servizio delle tossicodipendenze. Molte delle sue ore di lavoro e anche oltre le dedica all'ascolto delle persone che hanno bisogno di uscire dalla spirale dell'assunzione di sostanze ma anche dai comportamenti complusivi come l'uso incontrollato di smartphone e di videogiochi, attraverso consolle o computer e il quadro che tratteggia è allo stesso tempo preoccupante ma con possibilità di uscirne se i segnali sono colti dalle famiglie. 

becattini marco-4Il servizio per le dipendenze di via Fonte Veneziana è sempre aperto dottore.

Sì assolutamente sì, è facile da trovare, si può venire al Ser.d. tutti i giorni senza richiesta del medico, senza appuntamento. E' gratuito, ad accesso libero e aninimo. Chi ha bisogno ci può anche chiamare allo 0575/255943 oppure scrivere a serdarezzo@uslsudest.toscana.it e marco.becattini@uslsudest.toscana.it. Qui possono venire i diretti interessati oppure i familiari che abbiano bisogno di consigli per affrontare una situazione problematica, qui troveranno medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi pronti ad ascoltare e a dare indicazioni.

Che fotografia si può fare in questo momento?

C'è un forte aumento dei consumi, un effetto che deriva anche come reazione al periodo di Covid che in molti ha demolito la speranza di poter ottenere qualcosa di piacevole dalla vita, è stato un periodo in cui si è vista la morte come non mai, così vicina e indiscriminata e non per ultimo la condizione giovanile dei ragazzi e della scuola. Hanno perso contatti personali, reali e capacità di avere dinamiche di gruppo e sociali. Lo vediamo poi nei fenomeni della malamovida che vede un accentuarsi di comportamenti fuori controllo.

Ma questo riguarda solo i giovanissimi?

No assolutamente no si arriva quasi fino ai cinquantenni. Per tutti è riscontrato un aumento dei consumi. Come prima del Covid ci sono alcuni che cominciano a usare sostanze a partire da prima dei 14 anni. Ci sono già vari studi anche del Cnr che dimostrano negli under 24 una maggiore propensione all'uso di dostanze da parte dei giovani che mostrano più confidenza con l'uso di droghe. Sono persone che si sentono svuotate e prive di un progetto di vita. E a queste si aggiungono 40enni e 50enni che in parte scoprono le sostanze in tarda età, soprattutto se si parla di cocaina, altri invece sono l'onda lunga degli utilizzatori degli anni '80 e '90. Al servizio ci sono anche 30enni in difficoltà lavorative e relazionali che usano in particolare la cocaina.

Quante persone seguite adesso?

Le persone in carico sono quasi mille, con la sensazione che siano in aumento. Il dato è già preoccupante perché in sostanza rappresenta l'1% della popolazione di Arezzo ed è superiore sia alla media della Toscana che degli altri capoluoghi. Questo si spiega con una penetrazione elevata dell'eroina, mentre la cocaina è più difficilmente stimabile. E' una sostanza che è facile da reperire, si incontra da tutte le parti, il suo uso è più sommerso e riguarda fasce di popolazione che probabilmente non hanno bisogno del servizio pubblico, si affidano a quelli privati, per la posizione sociale che ricopronoo.

Cosa osservate in queste persone?

Stiamo osservando l'effetto tossico della cocaina, i danni fisico e spicologici e questo preoccupa molto, come il decadimento cognitivo molto marcato negli assuntori di lungo corso. Abbiamo in cura 50enni con danni neurologici importanti e non si identifica con precisione da quale droga derivino perché questi sono di solito poliassuntori di eroina e di cocaina. Quest'ultima dà l'impressione che sia possibile un uso controllato, ma fa molti danni. Vedo persone che sono cresciute con noi, seguite dal Ser.D. che a volte spariscono e poi ritornano e hanno molti danni neurologici.

Ci sono nuove droghe nel mercato sotterraneo aretino?

No per quello che ci risulta, nemmeno tra i giovani, molto contenuta anche la diffusione delle droghe di sintesi come le pasticche di Mdma.

Quali segnali può cogliere una famiglia rispetto a un figlio che può aver iniziato ad assumere sostanze?

Certamente i cambiamenti repentini sono un campanello d'allarme che può nascondere l'esordio di una dipendenza che può arrivare in seguito al crollo di un progetto, di un'idea da realizzare, dalla perdita di valori legati allo sport, agli amici ad una situazione sentimentale. Molto dipende dal fatto di aver avuto o meno un'infanzia di qualità. Impatti importanti si possono avere nel periodo della pubertà, soprattutto per chi ha coinciso con i lockdown che hanno provocato difficoltà a stare in gruppo a sperimentare dinamiche di relazione come quella di non piacere, di non essere apprezzati. Si sviluppa in alcuni una sensazione di inadeguatezza, si sentono esaurirsi le energie. Ma ci sono anche risvolti economici e sociali che incidono.

Che cosa intende?

Se la società si ferma e riparte a singiozzo, se le professioni non hanno più una valorizzazione, le attività finiscono, i negozi sono in difficoltà, le relazioni di famiglia vanno in crisi. E' tutto collegato e anche per questo le persone si avvicinano alle sostanze.

Cosa fare?

Nel rapporto con il figlio va approfondito il dialogo, dobbiamo ascoltare loro e lo facciamo sicuramente molto poco. Tutti noi abbiamo bisogno di fermarci a pensare a come stiamo in un mondo molto agitato, distratto dai social, dobbiamo riuscire a salvaguardarsi dall'effetto anestetizzante delle sostanze.

Ci sono casi ad Arezzo di dipendenza da smartphone, social, videogiochi e internet?

Sì certo abbiamo alcuni casi in cura. Per capire se si tratta di una dipendenza, se è diventato un problema dobbiamo chiederci se possiamo smettere di farlo, cosa mi succede quando uso questi dispositivi, così da capire se si tratta di una dipendenza lieve, moderata e grave. Quindi va osservato il cambiamento, se non dormo, se salto allenamenti, se gioco senza orientarmi nel tempo, se sono irascibile. Questi sono i segni più evidenti e valgono più delle ore che si passa davanti al computer che non deve essere demonizzato, con la pandemia è diventato un setting di gioco e di incontro fondamentali e quindi fa parte della cultura popolare giovanile.

Cosa si sente di dire in definitiva per chi è vittima di dipendenze?

Non ci sono leggi che obblighino le persone a smettere, c'è un problema e si può superare. Noi siamo impegnati ogni giorno a fare posto a queste persone che possano riallacciare un legame con la vita. 

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