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Cronaca

Macrì e il ricorso contro Anac per tornare alla presidenza di Estra: oggi udienza al Tar

Secondo Anac la nomina del leader di Fratelli d'Italia a presidente della multiutility non sarebbe legittima e pertanto non poteva essere conferita

La parola adesso spetta al Tar del Lazio: sarà il tribunale amministrativo regionale infatti a pronunciarsi sulla sospensiva richiesta da Francesco Macrì contro la delibera di Anac che lo ha fatto decadere da presidente di Estra. L'udienza è in programma per oggi e la sentenza potrebbe arrivare nell'arco di 24 ore.

Il legale di Macrì, Gaetano Viciconte, nel ricorso che ha presentato lo scorso 21 gennaio ha chiesto il reintegro del suo assistito sostenendo che "Estra non è una società di diritto privato sotto controllo pubblico".

Opposta la posizione dell'Anticorruzione, che nella delibera afferma che la nomina del leader di Fratelli d'Italia a presidente della multiutility non sarebbe legittima in quanto si tratta di una società di diritto privato sotto controllo pubblico e la sua presidenza prevedeva deleghe gestionali, pertanto non doveva essere conferita. Secondo Anac infatti tra le dimissioni da consigliere comunale di Macrì e la nomina ai vertici della società (che secondo l'anticorruzione è una società di diritto privato sotto controllo pubblico) non sarebbe trascorso il cosiddetto "periodo di raffreddamento", che è fissato dalla legge in due anni, nel quale non potevano essere conferite le deleghe che Macrì invece ha ricevuto. Le tappe della vicenda sarebbero queste: Macrì è stato consigliere comunale fino al 1 settembre 2016 ed è stato nominato presidente di Estra il 12 settembre dello stesso anno, ha ricevuto conferme dell'incarico sia il 31 luglio del 2017 che il 15 luglio 2020. L'inconferibilità dell'incarico a Macrì in definitiva sarebbe scattata nel momento in cui nel rinnovo del luglio 2017 furono conferite a Macrì anche deleghe gestionali importanti con potere di spesa fino a 500mila euro.

Anche il Comune di Arezzo ha presentato un ricorso al tribunale amministrativo per contestare il ruolo di ente conferente che l'Anac gli riconosce nella stessa delibera. La scelta di chi nominare alla presidenza, secondo l'anticorruzione, sarebbe stata ad appannaggio del Comune di Arezzo, attraverso Coingas, del quale detiene la maggioranza delle quote.

Qualora il Tar accogliesse la sospensiva, Macrì tornerebbe alla guida della multiutility.

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