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Cronaca

Coltiva cannabis in casa a scopo terapeutico. Al via l'udienza preliminare per Walter De Benedetto

De Bendetto, indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, lo scorso ottobre si era appellato al Presidente della Repubblica chiedendo il rispetto del diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione

Martedì 23 febbraio prenderà il via l'udienza preliminare sul caso che vede come protagonista Walter De Benedetto. È presso il tribunale di Arezzo che verrà stabilito se l'aretino affetto da una grave forma di artrite reumatoide verrà rinviato a giudizio o no. La vicenda prende le mosse da un'operazione dei carabinieri avvenuta nell'ottobre del 2019. In quella circostanza i militari aretini intervennero in seguito ad una segnalazione riguardante la presenza di un annesso adibito alla coltivazione di cannabis. La vicenda poi, come noto, ha portato alla luce la storia di Walter costretto a ricorrere all’autoproduzione di cannabis per alleviare la propria condizione fisica.

De Bendetto, indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, lo scorso ottobre si era appellato al Presidente della Repubblica chiedendo il rispetto del diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione.

Sostenuto dalla campagna Meglio Legale - che da un anno si pone come ponte tra istituzioni e cittadini per aprire un dibattito e discutere i temi riguardanti la legalizzazione della cannabis - lo scorso ottobre erano intervenuti sul caso politici e personaggi noti. Tra loro Emma Bonino, Roberto Saviano, Luigi Manconi, Cathy La Torre, Marco Cappato, Iacopo Melio, Andrea Rivera, Bobo Rondelli, Caterina Licatini, Michele Sodano e Riccardo Magi. Quest’ultimo, deputato di +Europa/Radicali, pochi giorni dopo l’appello si era recato dal paziente nella sua residenza aretina per cedergli della cannabis da lui coltivata durante la disobbedienza civile #IoColtivo. Cessione per la quale Magi si era autodenunciato, il 19 novembre presso il commissariato Trevi di Roma, chiedendo di essere processato proprio come sarebbe accaduto De Benedetto, rivendicando l’importanza della propria scelta affinché fosse riconosciuta pubblicamente la rilevanza del problema.

Il processo a Walter De Benedetto

"Non ho più tempo per aspettare i tempi di una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo. Il dolore non aspetta. La mia malattia è andata veloce ed è andata veloce anche la giustizia: così mi trovo indagato per le piante di cannabis coltivate nel mio giardino" ha più volte ripetuto De Bnedetto, spiegando così il suo gesto come frutto di necessità.

Imputato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, nell’udienza del prossimo 23 febbraio presso il Tribunale di Arezzo, Walter De Benedetto sarà assistito dallo Studio Simonetti - Miglio del Foro di Roma. L’Avvocato Lorenzo Simonetti già si era espresso al momento dell’appello al Presidente della Repubblica: "Non è un problema solo di Walter. La filiera degli attori che compaiono in questo caso è molto più ampia del semplice rapporto imputato/tribunale: dal momento in cui la farmacia ospedaliera non procura al paziente la medicina per la quale ha una regolare prescrizione, lasciandolo di fatto senza terapia, il paziente è lasciato solo dallo Stato".

"Quello che più dispiace è vedere sul banco degli imputati una persona che cercava solo di alleviare il suo dolore - afferma Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale - la mancanza di informazione tra gli operatori sanitari in materia di cannabis terapeutica e la burocrazia farraginosa che troppo spesso accompagna le regolari prescrizioni, non permette di rispondere adeguatamente al fabbisogno di cannabis medica in Italia".

L'appello al Presidente della Repubblica

"La mia richiesta di aiuto è anche un atto di accusa contro un Paese che viola il mio diritto alla salute, il mio diritto a ricevere cure adeguate per il mio dolore" ha detto De Benedetto nel suo appello al Presidente Mattarella che, in questi mesi, ha ricevuto circa 20mila firme a sostegno, raccolte tramite i siti di Meglio Legale e dell’Associazione Luca Coscioni.

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