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Cronaca Subbiano

Omicidio di Calbenzano. Oggi udienza per Andreini e autopsia, il difensore: "Perizia psichiatrica subito, andava aiutato"

Questa mattina si svolgerà l'udienza di convalida dell'arresto e, nel primo pomeriggio, verranno effettuati riscontri autoptici sul corpo della donna uccisa nella notte del 14 ottobre scorso

Consapevole delle proprie azioni oppure no? Per comprendere quale destino attenda Manuele Andreini, 47enne omicida reo confesso, è fondamentale dare una risposta a questo interrogativo. A esserne convinto è soprattutto l’avvocato difensore, Francesco Maria Vanni Gusmano, che quest’oggi, 17 ottobre, sarà al fianco del proprio assistito all’interno del carcere di Sollicciano dove, alle 9 in punto, si svolgerà l’udienza di convalida presieduta dal giudice Stefano Cascone e dalla pm Francesca Eva. Lui, operaio metalmeccanico, da due giorni si trova all’interno della casa circondariale fiorentina con l’accusa, per il momento, di omicidio aggravato dal rapporto di parentela. Tradotto in anni di pena: ergastolo. Un’ipotesi di reato che però potrebbe cambiare. Molto potrebbe dipendere dagli eventuali riscontri di un'altrettanto eventuale perizia psichiatrica. Sì perché al momento non sono stati disposti accertamenti di questo tipo anche se, in considerazione del fatto che Andreini da anni era seguito dai servizi di igiene mentale della Asl, sarà sicuramente richiesta dall’avvocato difensore.

Sempre nella giornata di oggi, nel primo pomeriggio, verrà conferito l'incarico per l’esame autoptico sul corpo di Assunta Andreini, 85enne madre di Manuele. Sarà il medico legale a stabilire cosa abbia portato la donna alla morte e confermare, o meno, quanto dichiarato dal figlio alle forze dell’ordine.

“Non volevo ucciderla”

Manuele Andreini, durante l’interrogatorio di garanzia dello scorso venerdì è apparso confuso, addolorato, schiacciato dal senso di colpa. “Di fronte agli inquirenti il mio assistito ha detto di essere pentito e di non aver voluto uccidere la madre. Piuttosto avrebbe voluto fare un gesto contro sé stesso – ha sottolineato il legale Gusmano del foro di Arezzo – In considerazione del suo passato, e dei ricoveri a cui è stato sottoposto, forse qualcuno lo avrebbe dovuto aiutare prima di arrivare a questa tragedia”. Andreini circa venti anni fa era stato sottoposto a due trattamenti sanitari obbligatori. Da allora non sembravano emerse altre criticità. Il suo legale parla però di una persona fragile, con un disturbo bipolare.

Il raptus e poi la richiesta di intervento

La tragedia si è consumata poco dopo l’una di notte dello scorso 14 ottobre in un villetta di Calbenzano, frazione di Subbiano. Qui madre e figlio vivevano al primo piano. Andreini, a quanto pare, dopo che la madre si era coricata in camera sua, l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe soffocata premendole contro il volto un cuscino. Un istante dopo l’uccisione, resosi conto di quanto fatto sarebbe scoppiato a piangere e chiamato i soccorsi: “correte, ho ucciso mia madre”. Cosa abbia scatenato la furia dell’uomo rimane un mistero visto che le ore precedenti al delitto sarebbero state uguali a quelle di molti altri tranquilli e ordinari giovedì.

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