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Cronaca

Si presenta come squalo della finanza in Rolls-Royce: accusato di aver fatto sparire 1,5 milioni e Rolex

Nella trappola è finito un imprenditore milanese: un 55enne, ben noto alle forze dell'ordine, è indagato. Con lui altre tre persone

Un'altra truffa addebitata a R.M., 55enne originario di Sinalunga ma residente nell'Aretino. E' lui il "dominus" come l'ha definito la Guardia di Finanza aretina, dietro la frode costata circa un milione e mezzo di euro a un imprenditore milanese. E pensare che appena lo scorso febbraio era stato arrestato per aver tentato di mediare truffaldinamente la vendita di un noto locale aretino. L'uomo si trova attualmente agli arresti domiciliari, per vicende passate. Per quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, è ora indagato - di nuovo - assieme ad altre tre persone. I fatti contestati sarebbero avvenuti a cavallo tra il 2019 e il 2021: le accuse, a vario titolo, sono quelle di riciclaggio, autoriciclaggio, sostituzione di persona e appropriazione indebita.

I protagonisti della truffa

Il protagonista della vicenda è R.M., che ha alle spalle uno sterminato elenco di denunce e che sarebbe, secondo i finanzieri, "il reale dominus del sistema fraudolento, capace di ideare, realizzare e dirigere le maestranze, poste alla base delle reiterate condotte truffaldine perpetrate, presentandosi, talora, come imprenditore del settore farmaceutico oppure avvocato esperto in diritto finanziario". E' indagato poi un 65enne di Prato, autista e factotum, e una donna di 47 anni di Arezzo, compagna di R.M., che fungeva, sempre secondo la Finanza, da “esperta del mondo finanziario, bancario ed assicurativo e cassiera del sodalizio, che utilizzava il denaro raccolto per spese personali e lo trasferiva, in maniera repentina, su rapporti bancari riconducibili ai propri familiari e alle sue società"; infine, il quarto indagato è una donna di 63 anni di Roma, "risultata destinataria di parte del profitto illecito, con l’obiettivo di riciclarlo".

Assunzioni, Rolex e Rolls-Royce

Ma come si sarebbe concretizzata la truffa? L'imprenditore milanese - specializzato in realizzazione di pompe idrauliche - sarebbe stato avvicinato da R.M., qualificatosi come membro della famiglia Menarini, proprietaria dell'ominima casa farmaceutica. Evidentemente dotato di eloquio fluente e dall'apparenza credibile, l'uomo si sarebbe fatto scarrozzare da uno chaffeur personale, il 65enne, alla guida di costose Bentley e Rolls-Royce, recitando la parte di squalo della finanza. Un uomo d'affari il cui segreto del successo sarebbe stato la propria compagna, la 47enne aretina, presentata all'interlocutore come la vera esperta di finanza di famiglia. Al termine di una serie di incontri, l'imprenditore milanese, evidentemente allettato dalla possibilità di moltiplicare i propri capitali grazie alla consulenza del "team", ha acconsentito a consegnare somme di denaro da investire. Non solo, sarebbe stato invitato ad assumere persone di fiducia del sodalizio toscano per un certo periodo di tempo. E infine avrebbe consegnato a R.M. 7 orologi di pregio, 6 Rolex e 1 Cartier, da 6-8mila euro ciascuno. Con lo scorrere del tempo, però, gli "investimenti" non hanno dato frutti e l'imprenditore milanese, dopo un anno e mezzo circa, si è rivolto alle forze dell'ordine.

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