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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ruba profilo social e tenta di truffare una cartoleria: "Si spacciava per nostra cliente: così lo abbiamo smascherato"

Nuovo caso di "truffa della ricarica". Alla fine in chat il truffatore ammette: "Lo faccio spesso, non mi troveranno" e scatta la denuncia. L'appello della titolare: "Commercianti, fate attenzione"

Prima ha "rubato" il profilo Facebook di una cinquantenne aretina poi, utilizzando Messenger, ha tentato di truffare una cartolibreria cittadina, chiedendo una ricarica telefonica da pagare in un secondo momento. Ma la titolare e la dipendente del negozio hanno capito che c'era qualcosa di strano in quei messaggi, che in tutto e per tutto imitavano lo stile e il linguaggio della donna che è una cliente affezionata. E così sono riuscite a sventare il raggiro e a contattare le forze dell'ordine. 
A raccontare questa vicenda è la titolare della cartoleria Magi Carta che spiega: "con questa testimonianza vorremmo allertare gli altri esercizi commerciali, consigliando di non fidarsi mai".

La truffa della ricarica

Era il pomeriggio di sabato quando alla chat del negozio è arrivato un messaggio. "Noi però, visto la giornata movimentata, lo abbiamo visto la sera. Proveniva dal profilo di una cliente affezionata, con la quale c'è un rapporto di grande stima e di amicizia. Ci ha chiesto per prima cosa come stavamo e ha intavolato una conversazione plausibile. La dialettica, lo stile di scrittura, l'uso della k, insomma tutto faceva pensare che fosse veramente lei. Poi ci ha chiesto una cortesia: quella di procedere con una ricarica online come favore personale. Però messaggio dopo messaggio avevamo notato una cosa strana: le risposte arrivavano velocemente, troppo per le abitudini di questa nostra amica". 

A quel punto la titolare le ha chiesto se potevano proseguire la conversazione su Whatsapp, ma il truffatore ha affermato nuovamente che il telefono non aveva credito e non poteva usare quella messaggeria. La negoziante però ha scritto lo stesso alla cliente. "Inizialmente il messaggio non veniva visualizzato e quindi ho iniziato a pensare che forse era proprio vero che aveva bisogno della ricarica. Poi però il truffatore si è tradito da solo, chiedendo di poter utilizzare il metodo di pagamento DropPay, mostrando di conoscere dettagli tecnici che la nostra cliente non avrebbe potuto conoscere". 

Stessa truffa ai danni di un tabaccaio: scomparsi 500 euro

La conversazione è continuata fino a tarda sera, quando il truffatore si è spinto oltre la semplice ricarica e, forte del legame che la persona raggirata aveva con la cartoleria, ha prima chiesto di arrivare a ricaricare fino a 100 euro e infine direttamente la password del Drop Pay per poter provvedere da solo alla ricarica. "E' stato il passo falso definitivo. Nel frattempo poi la cliente ha visto il messaggio su Whatsapp e ci ha contattati: è andata nel panico, perché ha capito che qualcuno si era impadronito del suo profilo e chissà cosa aveva fatto".

Così mentre la titolare ha continuato a scrivere messaggi al truffatore, l'amica-cliente ha chiamato le forze dell'ordine. Alla fine la negoziante ha detto chiaramente di aver capito che era una truffa e dall'altra parte del pc il malintenzionato ha confessato: "Ha detto che era una truffa che portava a termine spesso e che in Italia poteva farlo perché nessuno lo avrebbe fermato. Gli abbiamo detto che intanto una denuncia l'avrebbe presa". 

L'appello della commerciante

La cliente adesso deve formalizzare la denuncia: ha cercato di capire se con il suo profilo sono stati fatti altri raggiri. Mentre la cartolaia lanica un appello: "Prediligiamo il contatto con il cliente, per noi è stato semplice intuire e capire subito che era una truffa… ma in un momento come questo, in cui sono più le notizie di attività che chiudono che quelle di attività che nascono, ci è sembrato corretto e solidale far arrivare l’episodio anche agli altri. Perché possano evitare queste trappole. Infine, ai profili privati, consigliamo di diffidare da messaggi che segnalano accessi anomali o richieste di autorizzazione di accesso che non avete richiesto voi. Non date per scontato che sia un errore di sistema".

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