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Cronaca

"Anche noi truffati come Vasco Rossi", quattro aretini vittime del raggiro dei diamanti

Le cifre variavano da 12 ai 15 mila euro. 

Anche loro, come Vasco Rossi, Federica Panicucci e Simona Tagli, pensavano di aver fatto un investimento sicuro. Non in titoli, ma in pietre preziose. Invece rischiano di perdere una parte importante dei loro risparmi. Quattro aretini, tre uomini e una donna, sono rimasti vittime della truffa della quale da ieri sta parlando tutta Italia: quella dei diamanti. Una truffa che è venuta alla luce in seguito alle indagini della Procura di Milano che ha portato al sequestro di 700 milioni di euro: secondo il pm Riccardo Targetti e il pm Grazia Colacicco, due società - la Intermarket Diamond Business spa (IDB) e la Diamond Private Investement (DPI) - avrebbero ingannato i risparmiatori facendo lievitare il valore dei diamanti e questos arebbe stato possibile anche grazie alla mediazione di cinque istituti di credito. Le banche coinvolte sarebbero nella vendita delle pietre preziose sarebbero Bpm, Unicredit, Intesa San Paolo, Mps e Banca Aletti.

In Italia sono stati centinaia i risparmiatori caduti nel tranello. In Toscana Confconsumatori ne ha contati circa 60 e 4 di questi sono aretini. Si tratta di una donna di 70 anni e di tre uomini di 57, 55 e 40 anni. Tutti e quattro avevano investito tramite il Banco Popolare. Le cifre variavano da 12 ai 15 mila euro. 

Ad assisterli per primo è stato l'avvocato Antonio Mastrota per Confconsumatori. Per i quattro ci sono spiragli per scongiurare di perdere tutto

"Per il momento, l’associazione continua a sollecitare Banco Bpm a risarcire i clienti danneggiati - spiega in una nota Confconsumatori - e ricorda ai consumatori che non hanno conservato i diamanti la scadenza dell’8 marzo per richiederne la restituzione. In Toscana ad oggi i casi trattati per i diamanti sono circa 60 con risparmi bruciati per oltre 1 milione di euro, anche se alcuni hanno raggiunto transazioni con le banche coinvolte ottenendo rimborsi parziali dal 50 al 70% dell’investimento. Rimborsi parziali che non andranno più bene per il fallimento Idb e per l’indagine della Procura di Milano"

Come i 4 aretini, anche gli altri toscani assistiti da Confconsumatori sono piccoli risparimatori, pensionati o piccoli imprenditori che si erano fidati del consiglio dell'istituto di credito. 

La truffa

Ma come funzionava la truffa? Secondo quanto sostenuto dalla Procura di Milano le due società  tra il 2012 e il 2016 avrebbero "gonfiato" il valore dei diamanti addirittura del doppio rispetto a al valore  indicato da Rapaport (il listino internazionale dei diamanti riconosciuto a livello internazionale). Come riporta Agi, l'antitrust aveva anche svolto verifiche scoprendo che, chi voleva venderli sul mercato rischiava di rimetterci, perché il valore reale era inferiore. Così il cliente era costretto a ricollocarli rivolgendosi alla stessa società che glieli aveva venduti pagando però commissioni salate per il disinvestimento. Ed è così che si materializzava il raggiro. Sempre secondo la procura un ruolo importante era ricoperto dagli istituti di credito coinvolti. perché rappresentavano il  principale canale per la vendita dei diamanti.

Confconsumatori nei prossimi giorni si costituirà parte offesa insieme ai propri associati - spiega in una nota l'associazione -, depositando l'atto alla Procura di Milano. Inoltre, l’associazione chiede, in attesa della fine delle indagini, che Banco Bpm, unica banca che ad oggi non ha risarcito per intero i propri clienti, si affretti a rimborsare il danno patrimoniale totale al 100% in favore delle vittime. Infine, Confconsumatori ricorda a chi ha ancora i diamanti in custodia alla fallita Idb, che entro l'8 marzo 2019 dovranno presentare istanza al curatore fallimentare per la restituzione.

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