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Cronaca

Falsi contratti: così il raggiro per avere permesso di soggiorno e indennità di disoccupazione. 62 indagati: dipendente Caf sotto indagine

Tutto è partito da alcuni controlli di routine svolti dalla Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno. Era il 2015: i militari stavano verificando dei contratti di lavoro, quando sono balzati loro agli occhi accordi stipulati tra connazionali...

Tutto è partito da alcuni controlli di routine svolti dalla Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno. Era il 2015: i militari stavano verificando dei contratti di lavoro, quando sono balzati loro agli occhi accordi stipulati tra connazionali. Assunzioni di colf, badanti e collaboratori domestici siglate anche se la famiglia del datore di lavoro non si trovava né nella necessità né nella capacità di assumere qualcuno. Perché? La risposta dei finanzieri non lascia margine ad interpretazioni: per avere permessi di soggiorno e per poter poi chiedere l'indennità di disoccupazione. In altri termini, si configurerebbe una vera e propria truffa ai danni dell'Inps.

Così le fiamme gialle hanno deciso di approfondire, scavare tra la marea di contratti di questo genere, allargando le indagini all'intero territorio provinciale. Quasi un centinaio i contratti verificati e 62 persone - tra falsi datori di lavoro e falsi lavoratori - sono state iscritte nel registro degli indagati dal pm Laura Taddei della Procura di Arezzo. Tutti stranieri, comunitari ed extracomunitari. Le ipotesi di reato sono truffa, falso e violazione delle norme sull'immigrazione.

I numeri però potrebbero lievitare perché le indagini sono ancora in corso, e le verifiche, svolte in collaborazione con Inps e Ispettorato del lavoro potrebbero portare alla luce nuovi casi.

Ma come avveniva quello che gli inquirenti definiscono raggiro? I contratti sono stati stipulati tramite patronato, Caf. Si tratta di singoli episodi, non ci sarebbe dietro un'organizzazione dedita a questo tipo di truffa. Per questo gli accertamenti sono svolti in maniera capillare. In pratica le assunzioni erano fasulle e al termine del periodo di lavoro, i finti dipendenti, oltre ad aver ottenuto il permesso di soggiorno, potevano chiedere l'indennità di disoccupazione.

Una truffa che al momento sarebbe nell'ordine dei 30mila euro ai danni dell'Inps, ma che pare essere destinata a lievitare.

Gli inquirenti, inoltre, stanno valutando la posizione di un dipendente di un Caf di Arezzo, che potrebbe essere coinvolto in vari episodi.

Durante gli accertamenti, spiega la Guardia di Finanza, sono stati anche scoperti alcuni lavoratori a nero: avevano contratti come collaboratori domestici ma lavoravano all'interno delle aziende dei datori di lavoro, con mansioni totalmente differenti.

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