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Tragedia all'Archivio di Stato: quella corsa di Bagni e Bruni per verificare un'anomalia al sistema antincendio

Ogni tentativo di rianimarli è stato vano. Filippo Bagni, di 55 anni, e Piero Bruni di 57, sono morti questa mattina, mentre stavano lavorando. Sono corsi a verificare perché l'impianto anti incendio dell'Archivio di Stato di Arezzo, del quale...

Ogni tentativo di rianimarli è stato vano. Filippo Bagni, di 55 anni, e Piero Bruni di 57, sono morti questa mattina, mentre stavano lavorando. Sono corsi a verificare perché l'impianto anti incendio dell'Archivio di Stato di Arezzo, del quale erano dipendenti, era scattato. Uno scrupolo che è stato loro fatale.

A nulla è valsa la coraggiosa corsa di un collega che ha capito che si stava consumando una tragedia: ha tentato di salvarli, chiamando i soccorsi. Anche lui è rimasto intossicato, ma si è ripreso.

Il dramma si è consumato poco prima delle 8, quando Bagni e Bruni erano da poco arrivati al lavoro. Bruni si occupava della segreteria e dei servizi amministrativi (contabilità e gestione del personale), Bagni invece era addetto ai servizi archivistici (dal protocollo informatico alle attività legate alla consultazione dei documenti e quindi al rapporto con gli utenti). Entrambi, stando a quanto emerge dall'organigramma dell'Archivio, facevano parte della Squadra di primo soccorso ed emergenza. E forse proprio per questo quando hanno capito che c'era qualcosa che non andava nel sistema anti incendio sono accorsi sul posto, ovvero al piano seminterrato, per capirne di più.

Poi la tragedia: l'argon misto ad anidride carbonica contenuto nell'impianto avrebbe saturato l'aria e i due dipendenti lo avrebbero respirato, l'intossicazione avrebbe provocato il soffocamento. A nulla sono valsi i soccorsi, i lunghi tentativi messi in atto dai sanitari del 118 utilizzando anche il modernissimo massaggiatore automatico da poche settimane in uso alla Asl.

Il Pegaso, atterrato al Prato, è ripartito vuoto. Non c'erano più speranze.

FILIPPO E PIERO, LO SPORTIVO E IL SINDACALISTA APPASSIONATO DI GIOSTRA

L'intera città è sconvolta da questa drammatica notizia. I messaggi di cordoglio si susseguono, come quello del quartiere di Porta Sant'Andrea, per il quale giostra tra le riserve il figlio di Bruni, Matteo.

Tutto il Quartiere si unisce incredulo al dolore per le vittime del tragico incidente accaduto questa mattina presso l’Archivio di Stato. Tra queste vi è Piero Bruni, padre del nostro giostratore Matteo. A Matteo e a tutti i familiari le condoglianze di tutti noi e un immenso abbraccio.

Molti ricordano Bruni dopo le prove della giostra disputate nei pomeriggi estivi dal figlio, affacciarsi al balcone dell'Archivio di Stato, per salutare il quartiere e lo stesso Matteo. Piazza del Commissario è proprio il punto di ritrovo dei bianco verdi, e Bruni, da grande appassionato della manifestazione, non si lasciava sfuggire l'occasione di essere vicino al quartiere anche in quei casi. Un ricordo che chi lo conosceva conserverà stretto nella memoria.

Bruni era impegnato anche nella difesa dei diritti dei lavoratori: iscritto CISL di lungo corso ed eletto nella RSU nelle elezioni di marzo nonché membro del Consiglio della FP di Arezzo, era molto impegnato. Viveva alla Marchionna ed era anche diacono.

Lascia la moglie Monica, due figli Matteo e Simone, e all’anziana madre.

Anche Filippo Bagni, 55 anni, aveva una figlia e una moglie: vivevano a Santa Firmina. Sempre gentile e disponibile con gli utenti dell'Archivio, lascia un grandissimo vuoto. Da anni lavorava ad Arezzo, e quella dell'Archivio per lui era orami una seconda famiglia. Era una persona aperta, sorridente, amante dello sport. Nel tempo libero si dedicava alla corsa e alla bicicletta, due sport che coltivava con passione.

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