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Cronaca

Tragedia all'Archivio, oggi l'incarico per la perizia. Baroni: "In 9 mesi copiosi interventi dei vigili del fuoco"

L'allarme antincendio dell'Archivio di Stato era già scattato prima della tragedia del 20 settembre, quando due dipendenti, Filippo Bagni e Piero Bruni, morirono soffocati dal gas argon. I vigili del fuoco erano già intervenuti prima di quella...

L'allarme antincendio dell'Archivio di Stato era già scattato prima della tragedia del 20 settembre, quando due dipendenti, Filippo Bagni e Piero Bruni, morirono soffocati dal gas argon. I vigili del fuoco erano già intervenuti prima di quella data. Ma quante volte? Se lo chiede il legale di due dei 10 indagati, l'avvocato Tiberio Baroni: "Secondo indiscrezioni, dal 1 gennaio 2018 alla data del dramma gli interventi sarebbero stati addirittura copiosi. Il numero esatto però non si conosce: per questo ho depositato una richiesta affinché vengano forniti i dati di tutti gli interventi dei vigili in quel luogo". L'obiettivo è quello di chiarire cosa non abbia funzionato nel tempo e non solo in seguito ad interventi di manutenzione o revisione.

Domani mattina , di fronte al Gip, è prevista l'udienza per l'affidamento della perizia sull'impianto. I nomi dei consulenti che erano trapelati nei giorni scorsi erano quelli di Antonio Turco di Venzeghello, ingegnere di Milano e Luca Fiorentino e Luca Marmo della divisione di ingegneria forense della Mfc di Pero, realtà imprenditoriale della provincia di Milano.

Sempre nei giorni scorsi sono arrivati altri avvisi di garanzia: il geometra aretino Andrea Gori,l’architetto viterbese Renato Concordia, il senior manager della Igeam Andrea Pierdominici, Marimo Frasca di Roma e Simone Morelli dipendente della Remas, sono andati ad aggiungersi ai primi cinque iscritti nel registro degli indagati, ovvero Claudio Saviotti, Maurizio Morelli, amministratore della Remas per la manutenzione, il geometra Gianfranco Conti e due tecnici romani, Monica Scirpa e Alessio Vannaroni che lavorano per conto dell’Igeam, la società opera su incarico del ministero dei beni culturali.

Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo.

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