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Cronaca Sansepolcro

Tragedia di Addis Abeba, a ottobre i risultati sul dna delle vittime. Arriva la class action

Class action di uno studio legale canadese. Anche i familiari di Carlo Spini e Gabriella Viciani hanno intentato una causa

L'obiettivo principale è ancora l'identificazione di tutte le vittime. A quasi tre mesi dalla tragedia di Addis Abeba, nella quale persero la vita i due aretini Carlo Spini e Gabriella Viciani insieme ad altre 155 persone, ai resti delle vittime non è stata ancora attribuita una identità. E per farlo ci vorrà tempo: molto probabilmente fino al prossimo ottobre. Ben due società, entrambe inglesi, sono state incaricate di esaminare i resti. 

Dopo causa intentata dai figli degli aretini, anche un altro studio legale ha presentato una class action avviata da dieci famiglie canadesi, mentre ieri la Federal Aviation Administration ha segnalato ulteriori problematiche.

La causa intentata dai figli di Carlo e Gabriella

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Negli ultimi giorni anche una senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu, ha evidenziato alcune mancanze e il rischio di inquinamento delle poche prove che permettono di recuperare il dna presentando un'interrogazione al Ministero degli Esteri.

“È stato constatato che l’area è abbandonata, non circoscritta ed è accessibile a tutti – continua l'interrogazione, pubblicata dall'agenzia Agi -, con il rischio di inquinamento delle flebili prove da comparare per il dna. Nel frattempo il governo etiope ha bloccato le visite dei familiari e contestualmente chiuso le ricerche sulle cause del disastro. Non è umanamente accettabile che alla famiglia del professore Tusa, al pari delle altre, rimanga solo un sacchettino di terra, a fronte delle tante ombre sul disastro". 

I figli sul luogo del disastro

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Alle operazioni per il riconoscimento delle vittime, coordinate dall'Interpol, ha collaborato anche la Polizia Italiana. Il team Dvi (Disaster Victim Identification)  ha lavorato sul campo per circa un mese raccogliendo e codificando i reperti.

I campioni di reperti, spiega l'Agi, estratti dai team di esperti (compreso il Dvi della Polizia italiana), sono stati affidati a due società inglesi che si stanno occupando delle “analisi genetiche sui reperti”: Blake emergency services e Cellmark. L’impegno del primo ministro Abiy Ahmed e della compagnia aerea Ethiopian Airlines è quello di far memoria della strage e delle vittime, tra l’altro appartenenti a religioni diverse tra loro. Anche per questo a breve sarà online un sito riservato ai familiari delle vittime, con login d’accesso, per riconoscere alcuni degli oggetti ritrovati sul luogo della strage

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