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Cronaca

Traffico di esseri umani dalla Nigeria, 26enne arrestato nell'Aretino

Tocca anche Arezzo la maxi inchiesta della dda di Cagliari sulla tratta di esseri umani provenienti dalla Nigeria. Giovani donne, convinte con l'inganno a lasciare la loro casa e finite sulle strade del Bel Paese, fatte prostituire e ridotte in...

Tocca anche Arezzo la maxi inchiesta della dda di Cagliari sulla tratta di esseri umani provenienti dalla Nigeria. Giovani donne, convinte con l'inganno a lasciare la loro casa e finite sulle strade del Bel Paese, fatte prostituire e ridotte in schiavitù. Nove nigeriani e un italiano sono stati arrestati questa notte tra Ogliastra, Torino e Arezzo (uno). Su di loro pendono accuse pesantissime: tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, immigrazione clandestina e riciclaggio.

Gli uomini della Squadra Mobile aretina, assieme agli investigatori della Questura sarda, hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto A.O. un nigeriano classe 1991 che aveva lasciato la Sardegna e si era stabilito in Toscana. L'uomo è stato rintracciato ed arrestato a Terontola dove aveva iniziato a mendicare nei pressi di alcuni esercizi commerciali della zona.

Il 26enne è ritenuto uno dei membri di un'organizzazione il cui centro era a Torino, dove vive la donna - Uwabor Ifeoma detta “Precious” - che teneva le file della tratta di essere umani facendo da tramite tra i trafficanti in Libia e Nigeria e gli altri loro connazionali in Italia ed in vari Paesi dell’Europa (tra cui Austria, Francia, Belgio, Bulgaria, Germania, Inghilterra). IL TRAFFICO DI GIOVANI DONNE Le donne - una trentina, tutte giovani tra i 20 e i 30 anni - venivano reclutate in Nigeria con la promessa di un lavoro in Italia. Prima venivano trasportate lungo le coste libiche, poi rinchiuse in “campi profughi” improvvisati intorno alla città di Sebha, gestiti dai trafficanti locali. Qui trascorrevano alcuni mesi “da recluse”, subendo violenze, in attesa di essere imbarcate su barconi di fortuna dirette in Italia. In molti casi sono state rapite e vendute ad altri gruppi e liberate solo dopo il pagamento di riscatto. Per alcune ragazze si sono perse le tracce mentre per altre vi è il fondato sospetto che possano essere morte durante l’attraversata. Poi l'incubo italiano. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, le ragazze venivano fatte scappare dai centri di accoglienza che le avevano prese in carico all’arrivo, e venivano portate a Torino in appartamenti sotto il controllo dell’organizzazione criminale.

"Prima di partire - spiegano gli inquirenti - venivano sottoposte al rito Voodoo dai trafficanti per essere vincolate al pagamento del debito con la minaccia di morte loro e dei familiari nel caso non avessero adempito al pagamento.

Per liberarsi dalla condizione di schiavitù in cui versavano, erano costrette a prostituirsi sino al completo pagamento del debito contratto per arrivare Italia e per la concessione “del marciapiede”, che poteva raggiungere la somma di circa 30mila euro a persona".

I soldi provenienti dall'attività delle ragazze venivano poi trasferiti in Nigeria “mano a mano”, ovvero consegnandolo ad alcuni corrieri, che lo occultavano in doppi fondi negli abiti, nelle scarpe o in pacchi, recapitandolo alla persona incaricata di riceverlo, che provvedeva a sua volta a versarlo sui conti correnti nigeriani.

"Un ruolo centrale era svolto dai gestori di un money transfert di Torino che fungevano da centro di raccolta e di smistamento del denaro illecito come fossero un istituto di credito. Una volta trasferito in Nigeria, il denaro era utilizzato in parte per finanziare la prosecuzione dell’attività illecita, pagando i trafficanti di essere umani, in parte per effettuare investimenti speculativi in attività economiche o nel settore immobiliare".

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