Per la decisione del Tar del Lazio ci sarà ancora da attendere. Ci vorrà da uno a tre mesi, molto probabilmente, per una sentenza in merito alla legittimità della decadenza di Francesco Macrì dal ruolo di presidente di Estra a seguito della delibera Anac. Si è conclusa così una delle udienze cardine del procedimento. Questa mattina il legale di Francesco Macrì, Gaetano Viciconte. ha ripercorso i passaggi chiave del ricorso presentato lo scorso 21 gennaio, con il quale aveva chiesto il reintegro del suo assistito. 

Due i punti salienti: "Il fatto che - secondo la difesa - Estra non è una società di diritto privato sotto controllo pubblico" e il fatto che la nomina di Macrì non sia stata fatta esclusivamente dal Comune di Arezzo - nel quale era Consigliere - ma dal cda di Estra, senza che vi fossero collegamenti con il patto sociale che invece viene tirato in ballo dall'Anac. 

Macrì rinuncia alla sospensiva, attesa per il giudizio del Tar

Diametralmente opposta la posizione dell'Anticorruzione che sostiene nella sua delibera che la nomina del leader di Fratelli d'Italia non sarebbe stata legittima in quanto Estra sarebbe una società di diritto privato sotto controllo pubblico e la sua presidenza prevedeva deleghe gestionali, pertanto non doveva essere conferita. Secondo Anac infatti tra le dimissioni da consigliere comunale di Macrì e la nomina ai vertici della società non sarebbe trascorso il cosiddetto "periodo di raffreddamento", che è fissato dalla legge in due anni, nel quale non potevano essere conferite le deleghe che Macrì ha invece ricevuto.

La decisione del Tar sull'annullamento della delibera potrebbe arrivare tra alcune settimane (in caso di sentenza di merito da 1 a 3 mesi).