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Cronaca Pergine Valdarno

Si taglia la gamba con la motosega mentre lavora: azienda risarcita, l'operaio no

La storia di Marian che da 11 anni attende un euro dopo un grave incidente sul lavoro

Un operaio di una ditta aretina si infortunò gravemente mentre lavorava con la motosega. Dopo un lungo calvario, durante il quale ha rischiato di perdere l'arto, la ditta è stata risarcita dall'assicurazione, ma la vittima dell'incidente non ha visto un euro.

La storia la racconta il Corriere Fiorentino di ieri. Sono passati oltre 11 anni dal giorno in cui Marian ha messo a rischio la sua gamba in un incidente sul lavoro. I titolari sono stati condannati, il loro ex operaio attende un indennizzo.

Anzi. Paradossalmente - scrive Antonella Mollica - il «risarcimento» è arrivato agli ex datori di lavoro, due aretini di 69 e 62 anni: la compagnia con cui erano assicurati nel 2013 ha versato nelle casse della società il massimale riconosciuto per l’infortunio, 258 mila euro. Nel 2016 la società è stata messa in liquidazione, così l’operaio, dopo tre processi e una causa civile in corso, sta ancora combattendo la sua battaglia.

L'incidente e il processo

E' il 12 febbraio 2008 quando Marian, da anni in Italia e originario della Romania si ferisce al lavoro: l'uomo, all'epoca 32enne, è dipendente di una ditta edile e sta ultimando i lavori di pulitura degli argini di un torrente a Pergine Valdarno; con la motosega si ferisce seriamente alla coscia.Ha una tuta fornita dal datore di lavoro che però, secondo il giudice, non è idonea ma serve soltanto per lavori di giardinaggio: i titolari dell'impresa, nel 2013, vengono multati per lesioni colpose aggravate (500mila euro) e per la quantificazione del danno il caso è rinviato al giudice civile. La condanna diventa definitiva nel 2016.

L'azione civile arenata

Prende poi il via la causa civile. Un perito del giudice riconosce il danno biologico nella misura del 55%.

L’Inail - prosegue il Corriere - quantifica i postumi permanenti per l’operaio nella percentuale del 62% e ottiene un sequestro di beni agli ex datori di lavoro per 900 mila euro. Il giudice civile, dopo aver avviato il processo, riascoltato alcuni testimoni e disposto una nuova consulenza, lascia Arezzo per un nuovo incarico al ministro di Giustizia. Si ricomincia da un altro giudice e i tempi così si allungano ulteriormente.

Il legale dell'ex operaio ha intanto "presentato un esposto in Procura per sapere dove siano finiti i soldi erogati dall’assicurazione ma i legali della controparte sostengono che quella cifra è un indennizzo da pagare all’assicurato, non nei confronti dell’operaio infortunato. La Procura ha presentato richiesta di archiviazione. «Ma noi ci opporremo», assicura l’avvocato".

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