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Cronaca

Donna stuprata in casa: l'aggressore sorpreso da un parente. Il 30enne resta in carcere

E' accusato di violenza sessuale e di lesioni: nella precipitosa fuga, dopo l'arrivo di un congiunto della vittima nell'abitazione, avrebbe abbandonato il suo zainetto. Dopo meno di 24 ore è stato rintracciato dai Carabinieri

E' stato convalidato l'arresto del giovane accusato di stupro, dopo quanto successo nella notte di mercoledì 18 agosto. E' stata anche riconosciuta la minorata difesa della vittima: una 50enne che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe accusato un malessere all'uscita del bar, dopo aver passato lì la serata. Tra le aggravanti che hanno fatto pendere la bilancia per la custodia cautelare in carcere (l'uomo è recluso nel penitenziario fiorentino di Sollicciano), c'è anche il fatto che il trentenne, di origine straniera, ma residente nel Valdarno aretino e regolarmente assunto in una azienda della zona, ha un precedimento aperto per resistenza a pubblico ufficiale.

La ricostruzione dell'accaduto

I fatti si sono svolti in Valdarno, dopo la serata nel locale in cui vittime aggressore si erano conosciuti, la donna si è diretta verso la propria abitazione. Ma durante il tragitto, è emerso, avrebbe accusato un malessere. E il presunto stupratore, che era al bar assieme a un amico, l'avrebbe seguita. Avrebbe aiutato la donna a rialzarsi, accompagnandola a casa. "Questo è quel che mostrano le telecamere", spiega l'avvocato Lucio Colzi che segue la difesa del trentenne assieme Raffaello Falagiani. Il resto è affidato alle evidenze e alle testimonianze. L'uomo, arrivato alla soglia di ingresso della casa, sarebbe riuscito a farsi aprire, con le buone o forse con le cattive. Di certo l'atteggiamento sarebbe mutato, perché la donna, aldilà della violenza sessuale, presentava evidenti ecchimosi. Forse è stata presa a pugni, forse schiaffeggiata. In una situazione di debolezza (la minorata difesa è stata riconosciuta), la donna avrebbe quindi subito le prepotenze del trentenne, fino allo stupro. Nel cuore della notte, nella casa sarebbe sopraggiunto un congiunto della donna, che vive sotto lo stesso tetto, sorprendendo il trentenne intruso. A quel punto sarebbe scattata la colluttazione ra i due, il 30enne avrebbe anche abbandonato lo zainetto all'interno della casa. Poi l'allarme e le ricerche, concluse meno di 24 ore dopo: l'uomo era a casa di un conoscente. Poi l'arresto da parte dei carabinieri della compagnia di San Giovanni guidati da David Millul e il trasferimento a Sollicciano, da cui - in collegamento - l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida. E il giudice ha confermato la permanenza in carcere.

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