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Cronaca Anghiari

Abuso edilizio nella piana della battaglia di Anghiari, strada sotto sequestro

Le ipotesi di reato sono: "realizzazione di infrastruttura stradale senza permesso di costruire, assenza  dell’autorizzazione paesaggistica, nonché smaltimento illecito di rifiuti speciali"

E' una strada in cemento che corre lungo una pianura verdeggiante. Sorta da poco, aveva lo scopo collegare un importante sito estrattivo con la viabilità principale. Ma stando a quanto sostenuto dai Carabinieri forestali, era stata costruita senza permesso e soprattutto in assenza di autorizzazione paesggistica: la piana che taglia a metà infatti, è quella della celebre battaglia di Anghiari. 

Ieri i carabinieri forestali di Sansepolcro coadiuvati dal pool ambiente della procura di Arezzo hanno sequestrato la strada.  

Le ipotesi di reato, spiegano i Forestali, sono "realizzazione di infrastruttura stradale senza permesso di costruire, assenza  dell’autorizzazione paesaggistica, nonché smaltimento illecito di rifiuti speciali".

In particolare dalle indagini sarebbe emerso che l’opera "non rientrava nel progetto di cava e conseguentemente nell’autorizzazione rilasciata dal comune di Anghiari a seguito di conferenza dei servizi, nonostante la stessa avesse una lunghezza di oltre 400 metri, larghezza 6 metri peraltro pavimentata in cemento".

Sigilli in una strada sulla piana della battaglia di Anghiari

Sulla vicenda si è espresso anche il Tribunale di Arezzo che nel provvedimento di sequestro siglato quest'oggi ha rilevato: "che dall’annotazione dei Carabinieri e dai rilievi fotografici prodotti emergono plurimi elementi che lasciano ragionevolmente propendere per il carattere non provvisorio della strada che quindi insistendo su zona sottoposta a vincolo paesaggistico avrebbe potuto essere realizzata solo previa concessione del permesso di costruire e dell’autorizzazione paesaggistica; le caratteristiche strutturali della strada di dimensioni notevoli e realizzata con materiali durevoli unitamente al fatto che la stessa  non appare destinata ad assolvere una funzione specifica ed interinale  bensì sembra ragionevolmente destinata a servire l’attività di coltivazione della cava per la sua intera durata , consentono di escludere, il carattere provvisorio della carreggiata; infine - conclude il collegio - sembra anche doversi escludere  che la realizzazione di una strada di cui si tratta sia stata oggetto di permesso di costruire così come di autorizzazione paesaggistica da parte dell’autorità amministrativa; tali atti autorizzativi, infatti, non sono a disposizione del Tribunale  ne la loro esistenza può essere anche solo indirettamente desunta dagli altri documenti presenti nel fascicolo, anzi, in senso contrario rispetto all’esistenza di tali atti amministrativi si pone, per quanto riguarda il permesso di costruire la circostanza che tra i progetti consegnati al Comune da parte della società esecutrice  non vi è anche quello relativo alla strada in oggetto la cui costruzione, quindi, difficilmente può essere stata autorizzata e per quanto riguarda l‘autorizzazione paesaggistica il fatto che il parere reso dalla Soprintendenza espressamente si stabilisce che l’attuale viabilità non venga modificata sia nella sezione che nella finitura superficiale.’’

In estrema sintesi dalle prime indagini era emerso che detta viabilità fosse stata considerata strada temporanea di cantiere nonostante detta fattispecie sia del tutto estranea al codice dell’edilizia e nonostante fosse destinata a rimanervi per dieci anni come ricavato dai contratti di affitto dei terreni in cui la stessa insiste. 
Le indagini sono coordinate dal Pubblico Ministero Angela Masiello, che è alla guida del gruppo ambiente della Procura di Arezzo.

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