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Stella e Carlos, il ricordo degli amici e del datore di lavoro. "Non si può morire così"

"Una ragazza solare, piena di vita". Così un'amica di Stella Boccia ricorda la giovane aretina scomparsa in seguito al crollo del ponte Morandi. Con lei c'era il fidanzato Carlo Jesus. Stella era nata in Campania, poi il trasferimento della...

"Una ragazza solare, piena di vita". Così un'amica di Stella Boccia ricorda la giovane aretina scomparsa in seguito al crollo del ponte Morandi. Con lei c'era il fidanzato Carlo Jesus.

Stella era nata in Campania, poi il trasferimento della famiglia a Badia al Pino per seguire i parenti che avevano avviato alcune attività nel ramo della ristorazione.

"Ricordo quando ci siamo conosciute - aggiunge Rosaria, un'altra amica di Stella - eravamo a scuola. Ma non eravamo solo amiche io e lei. Anche i nostri genitori si frequentavano. C'era e c'è ancora oggi un ottimo rapporto". Proprio la mamma di Rosaria è stata una delle tante persone vicine alla nonna di Stella. "Abbiamo frequentato elementari e medie nello stesso plesso scolastico a Badia al Pino - prosegue Rosaria - poi ognuna ha preso la sua strada alle superiori. I nostri genitori pero hanno continuato a vedersi. In un certo senso siamo rimaste in contatto". Uno degli ultimi incontri è stato all'interno di una discoteca come accade spesso a quella età. "Mi parlò di Carlos del suo ragazzo. Era raggiante. Ci siamo scambiate la promessa di un aperitivo insieme che non c'è stato. A ottobre mi laureerò e dedicherò a lei la mia tesi". I genitori di Carlos raggiungeranno domani Genova per assistere sabato ai Funerali di Stato. Nel pomeriggio il rientro della salma, con la camera ardente che sarà allestita a Subbiano.

"Un grande lavoratore - racconta il datore di lavoro di Carlos - nel 2012 ha iniziato a lavorare con noi a Valenzano. Da qui poi nel 2016 ci ha seguito ad Arezzo quando abbiamo aperto 'Gli ostinati'. Conosco la madre da una vita perchè ha lavorato con me. Una famiglia molto umile quella di Carlos, persone per bene che hanno sempre messo al primo posto la famiglia e il lavoro. Il padre lavora in una pasticceria, la madre in un albergo a Subbiano. Che tipo era Carlos? Un ragazzo su cui potevamo fare affidamento. Gli piaceva la musica latinoamericana, il ballo. Non era un appassionato di calcio anche se simpatizzava per il Milan. E' assurdo quando accaduto: non si può morire a quella età".

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