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Cronaca

Azzerati Banca Etruria: sit in di protesta nel giorno dell'udienza sul falso in prospetto

Questa mattina l'associazione Vittime del Salvabanche protesterà davanti le aule del tribunale

E' in programma questa mattina un nuovo sit in di protesta davanti al tribunale di Arezzo da parte degli obbligazionisti dell'ex Banca Etruria. Letizia Giorgianni, presidente dell'associazione Vittime del Salvabanche, alla vigilia dell'udienza torna a parlare sostendo:

"Abbiamo assistito a continui rinvii e - sottolinea Giorgianni - addirittura, a trasferimenti, quantomeno sospetti, di giudici che si occupavano dell'inchiesta a pochi giorni dalla sentenza. Appare quanto mai evidente che la prescrizione dei reati sia il fine che si vuole ottenere; tra una manciata di mesi infatti, nel 2020, andranno in prescrizione i reati contestati nel 2013, anno in cui, all'interno della banca vennero commessi i maggiori illeciti"

La protesta coincide con una nuova udienza sul filone del falso in prospetto, nella quale verranno esaminate le discussioni degli avvocati Carlo Baccaredda Boy, legale dell'ex direttore generale Luca Bronchi, e quella di Ducci D'Avirro che rappresenta l'ex presidente Giuseppe Fornasari. Al termine il giudice si ritirerà in camera di consiglio e potrà decidere di procedere scegliendo il non luogo a procedere oppure disporrà il rinvio a giudizio.

Banca Etruria, chiesto il rinvio a giudizio per Fornasari, Bronchi e Canestri per falso in prospetto
 

Un ultimo capitolo particolarmente delicato visto che le ferite del crac delle quattro banche del centro Italia continuano a bruciare. 

"Migliaia di risparmiatori (come confermato anche dagli arbitrati Anac) vennero consigliati - continua la presidente dell'associazione Vittime del Salvabanche, - in maniera sconsiderata, di investire l’intero patrimonio in obbligazioni dell’istituto senza neppure leggere i documenti che ne descrivono le caratteristiche e firmando un questionario già precompilato per accertare il loro profilo di rischio? Per non parlare poi delle stranissime coincidenze per le quali, ad ottenere finanziamenti (senza nessuna garanzia) fossero imprenditori in qualche maniera vicini al cda della banca, o addirittura i consiglieri stessi di Etruria, che svolgevano ruoli di rilievo sia in banca che nelle società beneficiarie del prestito"

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