Siringhe usate e sangue in strada, continua il dramma di via Provenza
Ancora un triste spettacolo nella zona di via Provenza, a due passi dall'asilo nido di via Marcantonio Cesti. Le immagini sono di ieri: siringhe usate, abbandonate a terra, fazzoletti sporchi di sangue. Resti di una serata di consumo di...
Ancora un triste spettacolo nella zona di via Provenza, a due passi dall'asilo nido di via Marcantonio Cesti.
Le immagini sono di ieri: siringhe usate, abbandonate a terra, fazzoletti sporchi di sangue.
Resti di una serata di consumo di eroina, come tante.
La fotogallery
I precedenti
A febbraio erano stati riaccesi i riflettori su questo angolo dimenticato di Arezzo. Allora, la strada appartata lungo la ferrovia si presentava coperta da un tappeto degradante di siringhe.
La zona di via Provenza, perpendicolare a via Cesti, ad Arezzo è tristemente nota per essere frequente teatro di consumo di droga. La stradina cieca e appartata, vicino ai binari della ferrovia, risulta particolarmente favorevole per i tossicodipendenti che cercano riparo da occhi indiscreti. E quel che resta del consumo è ben visibile agli occhi di chi passa in zona. Chi trova parcheggio nei paraggi può vedere siringhe lasciate qua e là, a terra, appena usate. Molte si concentrano in un’area transennata, di fatto dietro all’asilo nido di via Marcantonio Cesti. A meno di 100 metri dall’ingresso della scuola dell’infanzia comunale, in fondo alla strada tra via Cesti e via Libia, lo scenario è desolante.
Nei giorni successivi erano stati segnalati gli scambi di dosi, con siringhe sotterrate dai pusher e raccolte dai consumatori a distanza di qualche ora.
Qui il consumo di eroina è quotidiano, come testimoniato dai passanti che parcheggiano con frequenza l’auto in zona. La processione di tossicodipendenti, che cercano riparo dopo essersi procurati dose e siringa, è continua. Non solo. Alcuni involucri contenenti eroina vengono lasciati direttamente nei paraggi, senza bisogno di passaggi di mano, che darebbero eccessivamente nell’occhio. I pacchettini vengono nascosti in buche del terreno, in attesa di essere riportati alla luce. “Ho visto persone scavare per trovare una dose”, racconta un giovane che lavora in zona.
E oggi, dopo qualche ripulitura, la zona si presenta ancora in condizioni pessime.
Il dramma del 2003
Quindici anni fa, nel 2003, in questa zona furono trovati i cadaveri di due trentenni, un uomo e una donna. Erano all’interno di un furgone dove si erano ritirati, morirono per overdose. I corpi furono notati da un passante, dopo che il suo cane si era messo ad abbaiare in direzione del vano del furgone.
@MattiaCialini