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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Sextortion sui social, due giovani donne e i ricatti su Facebook. Segnalazioni quotidiane nell'Aretino

Prima una richiesta di amicizia, poi una chat con frasi ammiccanti. Quindi richieste piccanti, alle quali rispondere mostrandosi in una web cam. Infine il ricatto. Si chiama sextortion ed è un fenomeno ormai diffusissimo su Facebook, una trappola...

Prima una richiesta di amicizia, poi una chat con frasi ammiccanti. Quindi richieste piccanti, alle quali rispondere mostrandosi in una web cam. Infine il ricatto. Si chiama sextortion ed è un fenomeno ormai diffusissimo su Facebook, una trappola nella quale molti aretini sono caduti, pagando a caro prezzo momenti di leggerezza. Le segnalazioni alle forze dell'ordine sono continue: addirittura si parla in media di una denuncia al giorno. Giovani, adulti, di ogni estrazione sociale: dallo studente al professionista, dall'imprenditore al disoccupato.

A colpire nell'Aretino sarebbero soprattutto due giovani donne. Una bionda e l'altra mora. L'una di origine dei Paesi Baltici, l'altra franco-algerina. Le segnalazioni per due profili di questo genere sono numerosissime. Estorcono tanti soldi: dai 500 ai 3mila euro, in una escalation di richieste. Solo un anno fa un ragazzo denunciò di aver pagato circa 20mila euro, ovvero tutti i propri risparmi, per evitare che quelle immagini venissero inviate ai propri cari. Perché le due donne fanno in modo di salvare i filmati compromettenti e poi - nell'arco di 8-12 ore - minacciano di inviare foto e immagini a familiari, fidanzate o mogli. Come fanno ad avere i contatti? Semplice, li "pescano" durante la video chat: quando si apre una conversazione in questa modalità, infatti appaiono tutti i contatti di chi è in collegamento. A quel punto il gioco è fatto.

In realtà le percentuali di pubblicazione e di condivisione di questi contenuti a luci rosse avviene di rado. Il ricatto viene portato avanti più a lungo possibile, facendo impennare il costo del silenzio e della non pubblicazione. Solo nel 2 per cento dei casi le minacce si sono avverate.

Su queste vicende ci sono molte indagini in corso, condotte dalla Polizia Postale. Oltre a denunciare immediatamente, le vittime del raggiro possono segnalare l'accaduto a Facebook che provvederà a "cancellare" i file compromettenti.

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