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Nuove assoluzioni per il crac di Etruria, i risparmiatori: "Incolpata Banca d'Italia, ora via il segreto sugli atti della commissione"

L'assoluzione ha sorpreso i risparmiatori: nonostante ci fossero state sentenze precedenti che potevano far presagire questo esito, sostengono che ci sarebbero stati degli aspetti tecnici sui quali soffermarsi e valutare

"Alla fine la colpa è di Banca d'Italia", è pungente il commento di Angelo Caramazza, il risparmiatore aretino che - insieme ad altri azzerati - si è costituito parte civile nel procedimento sulle consulenze d'oro dell'istituto di credito cittadino. I 14 imputatati questa mattina sono stati tutti assolti dall'accusa di bancarotta semplice formulata dalla Procura di Arezzo per il filone su Banca Etruria relativo alle consulenze d'oro. Le motivazioni della sentenza, pronunciata dal giudice Ada Grignani, si potranno leggere tra 90 giorni: è questo infatti il termine ultimo per il deposito. 

Intanto però l'amarezza fa da padrona. "In questo modo - dice il risparmiatore che ha seguito tutte le udienze che si sono svolte dall'inizio dei vari procedimenti - incolpano Banca d'Italia e i suoi vertici. Non sono stati individuati altri responsabili. A questo punto sarebbe utile che descretassero gli atti della commissione banche. Perché forse solo così si potrebbe capire cosa è successo realmente". 

Nelle sue repliche, l'avvocato Lorenza Calvanese che rappresenta le parti civili, ha ricordato quanto emerso durante il procedimento, in particolare quanto dichiarato da Carmelo Barbagallo, ex capo della vigilanza di Banca d'Italia, ovvero che  "non ci sarebbe stata la volontà del cda di Banca Etruria di arrivare a una soluzione" e per questo aveva spiegato le operazioni con gli advisor sarebbero state una sorta di paravento.

L'assoluzione ha sopreso i risparmiatori: nonostante ci fossero state sentenze precedenti che potevano far presagire questo esito, ci sarebbero stati degli aspetti tecnici sui quali soffermarsi e valutare. 
"Qualcuno - dice Caramazza - poteva avere delle responsabilità, c'erano degli aspetti tecnici che potevano far pensare a qualche possibile condanna". 

I risparmiatori non demordono, attendono adesso di leggere le motivazioni per poi decidere come muovers: se fare un ricorso oppure no. Intanto portano avanti l'altra loro battaglia: quella per desecretare gli atti della commissione d'inchiesta. L'istanza è stata inviata nei giorni scorsi ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e alla presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario Carla Ruocco. Se accolta, la possibilità di accedere a tutti gli atti potrebbe anche riscrivere la storia della debacle dell'istituto di credito aretino. 

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