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La sentenza / Civitella in Val di Chiana

"Non ci furono sversamenti di diossina alla Chimet". Badii condannato a risarcire Sergio Squarcialupi

Nel mese di febbraio ci sarà anche la prossima e forse ultima udienza del processo penale che, per le stesse motivazioni, vede Badii accusato di diffamazione aggravata

L'ex consigliere comunale di centrodestra a Civitella Fabio Badii è stato condannato al risarcimento dei danni perché ritenuto responsabile di un'affermazione falsa e lesiva del diritto all’immagine ed alla reputazione nei confronti di Chimet e del suo rappresentante legale Sergio Squarcialupi. La sentenza, firmata dal giudice Fabrizio Pieschi, è dell'11 gennaio scorso. Il procedimento, in sede civile, si è così concluso con la condanna per Badii a pagare a Squarcialupi 25mila euro, oltre a interessi e rivalutazione, e quasi 5mila euro di spese processuali. 

La motivazione

Il caso è arrivato in tribunale in seguito a dichiarazioni rese da Badii nel corso della campagna elettorale del 2016 che lo vedeva impegnato come candidato a sindaco di Civitella per la compagine di centro destra come avversario della sindaca uscente e poi riconfermata Ginetta Menchetti del centro sinistra.

La sindaca era, all'epoca dei fatti e per i due mandati da prima cittadina, in aspettativa come dipendente amministrativa della stessa Chimet, l'azienda di recupero e affinazione metalli che ha la sua sede principale a Badia al Pino. Nel corso del dibattito politico di quei mesi Badii si scagliò contro Menchetti perché secondo lui non aveva avuto un comportamento trasparente sui fatti riguardanti Chimet stessa. In un post Facebook, in una trasmissione televisiva e in un articolo raccontò di due sversamenti di diossina da parte dell'azienda. Un fatto grave, che avrebbe ingenerato forte preoccupazione nella popolazione, ma che, come ribadisce il giudice civile, non corrisponde al vero. Nel corso del 2015 non si sono verificati tali fatti come spiegato nel corpo della sentenza: "La stessa Agenzia (Arpat ndr), con nota del 30.03.2017, aveva peraltro risposto alla Legione Carabinieri, Stazione di Badia al Pino, incaricata di svolgere indagini di carattere ambientale, inviando alla predetta Legione le risultanze analitiche di eventuali emissioni di diossina, facendo rilevare che “tutti i valori riscontrati sono infe-riori ai limiti previsti dalla normativa vigente” e “presa visione dei risultati degli autocontrolli periodici quadrimestrali di microinquinanti organici (diossine), effettuati dalla ditta nel corso del 2015….anche da questi non si ha evidenza di emissioni di diossine superiori ai limiti di legge”. Si sottolinea che il 2015, era proprio l’anno richiamato dal Badii nella trasmissione televisiva, cui aveva partecipato il 19 maggio 2016."

Il processo penale

Per le stesse motivazioni è in corso anche il processo in sede penale che vede come imputato Fabio Badii, accusato di diffamazione aggravata, e per il quale Chimet si è costituita parte civile. La prossima udienza è fissata per il 3 febbario davanti al giudice Giorgio Margheri. In quella sede saranno ascoltati i testimoni della parte civile e quelli della difesa di Badii, mentre sono giùà stati sentiti quelli del pubblico ministero. La sentenza potrebbe arrivare a breve.

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