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Cronaca

Sei Toscana, faccia a faccia tra azienda e sindacati. Cgil: "A ottobre 45 stabilizzazioni". Attesa per gli altri lavoratori senza contratto

Da un lato il decreto dignità, dall'altro una difficile situazione dell'azienda, nel mezzo i lavoratori interinali che rischiano di non veder rinnovato il contratto. E' la paradossale situazione di che riguarda gli operatori di Sei Toscana. In...

Da un lato il decreto dignità, dall'altro una difficile situazione dell'azienda, nel mezzo i lavoratori interinali che rischiano di non veder rinnovato il contratto. E' la paradossale situazione di che riguarda gli operatori di Sei Toscana. In tutto sono circa 200 gli interinali che si sono trovati, alla scadenza del contratto, a non sapere cosa ne sarà del loro futuro. Ottanta dei quali lavorano e vivono in provincia di Arezzo.

Questa mattina si è svolto un confronto tra l'azienda e una delegazione sindacale. Due ore di discussione, durante le quali sono state avanzate proposte e illustrate possibili soluzioni. "Una prima notizia positiva è arrivata - spiega Massimo Tanganelli di Cgil Funzione Pubblica - ovvero la conferma che al 1 ottobre saranno stabilizzate 45 persone. Operatori che lavorano tra Arezzo, Siena, Grosseto e Val di Cornia, che si ritroveranno con un contratto a tempo indeterminato".

Le stabilizzazioni derivano da un accordo sindacale siglato mesi fa che prevedeva la trasformazione del lavoro interinale in lavoro a tempo indeterminato in tre trance: una giugno, una a settembre e l'ultima a fine anno.

"A giugno però l'accordo è stato disatteso - spiega Tanganelli - per capire cosa avesse previsto il decreto dignità. Ma stamani abbiamo avuto la conferma che questi 45 lavoratori saranno stabilizzati. Nel frattempo noi lavoreremo per cercare di far crescere questo numero e stabilizzare più persone possibile: siamo ottimisti pensiamo di riuscirci". Poi le altre opzioni: "Si è parlato di lavoro in staff leasing, ovvero di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato: l'assunzione viene fatta in capo all’agenzia interinale . E con questa formula si potrebbero salvare altre decine di posti di lavoro. E poi c'è l'opzione dell'esternalizzazione del servizio avvalendosi di cooperative di tipo B. In questo caso però può essere affidato il servizio nella misura del 23% dell'intero giro d'affari della stessa Sei Toscana, ricordo che il CCNL di Igiene Ambientale Utilitalia, prevede che se un'azienda esternalizza il servizio alle cooperative sociali di tipo B le stesse, al lavoratore disagiato (quindi con lo scopo di inserimento sociale) possa destinare soltanto il 5 per cento delle assunzioni, questa percentuale può essere estesa al 15 per cento con un accordo sindacale dopodiché al restante personale deve essere applicato il contratto di categoria, quindi il nostro". Il commenta Fit Cisl

A seguito dell’incontro di stamani a Siena tra i vertici di SEI Toscana e le organizzazioni sindacali, continua la preoccupazione per gli oltre 400 interinali a cui non è stato rinnovato il contratto. La FIT CISL, rappresentata al tavolo dai delegati RSU e dalla Segreteria Regionale Toscana, ha espresso contrarietà assoluta al progetto di inclusione sociale proposto dall’azienda: “un’esternalizzazione mascherata”, ribadisce la FIT CISL, “un progetto che taglia salario e diritti, concepito per recuperare cassa, facendo pagare il conto a lavoratori e cittadini, senza ridurre i costi del sistema ma soprattutto con un rischio di peggioramento della qualità del servizio erogato”. “Abbiamo chiesto all’azienda risposte sul piano di rientro dai 4 milioni e 200 mila euro di disavanzo e sulle coperture del nuovo piano industriale”, che sarà presentato al CDA nella seduta in programma il 29 agosto. “Purtroppo, non solo non esiste ad oggi un programma certo di rientro ma nemmeno la certezza che il piano industriale a regime possa sortire l’effetto panacea auspicato dall’azienda”. “L’investimento richiesto”, a quanto riferito dall’azienda stessa” si aggira intorno ai 50 milioni di euro, ma, secondo noi, non garantisce né gli obiettivi di filiera, in merito alla qualità del materiale raccolto, né gli obiettivi economici, in merito ai ricavi derivanti dalla vendita del materiale selezionato”. “La cosa sconcertante è che fino al 2017 l’azienda prospettava il rientro degli impianti nel perimetro di gara, la valorizzazione delle materie prime secondarie e l’assunzione di 300 interinali”. “Se oggi la risposta ai lavoratori, che chiedono, dopo anni di precariato, assunzioni a tempo indeterminato e applicazione del CCNL di settore, sono le esternalizzazioni, non capiamo cosa c’entri il ​decreto dignità ​, una legge che si prefigge di ridurre il ricorso a somministrazioni e contratti a termine”. “Allo stesso modo, se la risposta ai cittadini, e di conseguenza alle amministrazioni comunali, sono i cassonetti intelligenti, non capiamo come un simile piano possa ridurre in prospettiva i costi del personale ma soprattutto come si possa conciliare con un piano economico-finanziario sostenibile e alla portata di questa compagine”. L’obiettivo della FIT CISL, condiviso durante l’incontro di stamani, è l’apertura di un tavolo a settembre, che coinvolga Azienda, Organizzazioni Sindacali e Amministrazioni Locali. Un piano che, in attesa dell’ingresso del nuovo o dei nuovi soci industriali, come richiesto dai commissari, si prefigga di salvaguardare posti di lavoro, tariffa e qualità dei servizi. Un piano che contrasti, in un momento di incertezza, come quello che SEI Toscana sta attraversando, l’affermarsi di un meccanismo collaudato di sfruttamento del lavoro, utile solo a chi, anche di fronte all’evidenza dei fatti, si ostina a far ricadere responsabilità diffuse su chi responsabile non è.

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