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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Scomparso in Albania, i resti consegnati alla Polizia Scientifica. Attesa per il dna

La procura di Perugia avrebbe aperto un fascicolo contro ignoti: due ipotesi di reato: omicidio volontario e traffico di droga

A due mesi dalla scomparsa di Davide Pecorelli, è ancora mistero fitto sulla sua sorte. Solo nei giorni scorsi - martedì per la precisione - i resti umani trovati nella Skoda andata a fuoco a Puka, nel nord dell'Albania, sono arrivati a Roma, dove saranno analizzati dalla Polizia Scientifica. Vicino ai resti (poche ossa) gli inquirenti del Paese delle aquile avevano rinvenuto l'orologio e il telefonino dell'imprenditore. Ma nella ricostruzione c'è una nota stonata: proprio quel telefonino è apparso in ottime condizioni, nonostante - come hanno mostrato anche le immagini della carcassa - l'auto sia stata divorata dalle fiamme e del corpo non siano rimasti che pochi resti. 

Nei laboratori della Scientifica adesso gli esperti stanno lavorando per estrarre il dna e confrontarlo con i campioni messi a disposizione dai figli del 45enne. Per gli inquirenti albanesi si attenderebbe solo una conferma dell'identità di Pecorelli. Le speranze di chi lo ha conosciuto e chi gli ha voluto bene però vanno in una direzione opposta: ovvero che non sia suo il corpo trovato senza vita. 

Intanto la procura di Perugia ha aperto un fascicolo contro ignoti. Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, il procuratore capo Raffaele Cantone avrebbe formulato due ipotesi di reato: omicidio volontario e traffico di droga. Il timore dunque potrebbe essere quello che l'imprenditore sia finito in qualche brutto giro nell'ambito del quale sia maturato l'omicidio. 

La scomparsa dopo le feste natalizie

Pecorelli non dà più sue notizie dal 6 gennaio, giorno in cui inviò l'ultimo messaggio. Il 7 gennaio, sulla strada Gjefjan-Reps, a poca distanza da Puka, venne ritrovata l’auto che aveva noleggiato all'aeroporto di Tirana, carbonizzata. L'imprenditore era in Albania da alcune settimane: stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, stava cercando di fare nuovi investimenti per risollevare la sua attività messa a dura prova dalla crisi. Allo stesso tempo avrebbe dovuto vendere dei macchinari estetici costosi. Ma perché è arrivato in auto fino a Puka? Cosa doveva fare lontano dalla zona scelta per fare nuovi investimenti? E i resti trovati sono davvero i suoi?

La Squadra mobile di Perugia che sta portando avanti le indagini, sta battendo ogni pista per dare una risposta agli numerosi interrogativi che questa vicenda continua a porre. 

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