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Cronaca

Scandalo rifiuti. I blitz della Finanza, l'inchiesta e il nuovo CdA di Sei Toscana

Dai primi blitz della Guardia di Finanza all'apertura dell'inchiesta fino ad arrivare alla nomina del nuovo CdA. La storia recente di Sei Toscana, e di Ato Toscana Sud, si può sintetizzare così. Mediaticamente parlando tutto è cominciato il 21...

Dai primi blitz della Guardia di Finanza all'apertura dell'inchiesta fino ad arrivare alla nomina del nuovo CdA. La storia recente di Sei Toscana, e di Ato Toscana Sud, si può sintetizzare così.

Mediaticamente parlando tutto è cominciato il 21 maggio 2015 quando venne reso noto il blitz della Guarda di Finanza all'interno degli uffici senesi di Ato Toscana Sud. E' stato questo il primo step di quella che, quasi due anni più tardi, è diventata la bomba giudiziaria (e politica) che ha travolto Arezzo, Siena e Grosseto.

Il nocciolo della questione, anche nel 2015, ruotava tutto attorno all'acquisizione della documentazione relativa alla gara unica per la gestione dei rifiuti nelle province della Toscana. I finanzieri agirono su mandato della Corte dei Conti e per due giorni presero stanza a Siena dove analizzarono tutti gli atti riguardanti la gara unica per la gestione dei rifiuti vinta da Sei Toscana, formazione che raggruppa enti pubblici e privati tra i quali ci sono Aisa (12,53%), Csa (5,03%), Casentino Servizi 0,64%, Coseca (di Grosseto) 0,07%, Crcm 0,34%, Sienambiente (di Siena) 23,79%, Sta 26,8% (che include la fiorentina Cooplat 13%), Revet 0,33%, Ecolat 11,27% e la Castelnuovese (0,1%).

Nella stessa circostanza venne presentato anche un esposto da parte del Movimento 5 Stelle. Gli attivisti del Mov di Arezzo, Siena e Grosseto dopo aver costituito un gruppo di lavoro interprovinciale chiesero l’annullamento della gara.

In quella stessa circostanza, l'allora direttore della Ato Toscana Sud Andrea Corti dichiarò: "da parte nostra c’è stata piena disponibilità nel fornire tutto il materiale richiestoci e riguardante la gara d’appalto. Si tratta di un atto dovuto che va a tutela del cittadino e noi non abbiamo avuto alcuna difficoltà nel presentare la documentazione necessaria. Se questo potrà servire a fare chiarezza ben venga”. Pochi mesi più tardi, a marzo 2016, è dalla procura di Firenze che arriva la notizia riguardante l'apertura di un’inchiesta sulla gara d’appalto per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dell’Ato Toscana sud area che conta ben 106 comuni: 36 aretini, 28 grossetani, 6 livornesi e 36 senesi .

E' stato proprio in questo contesto che le Fiamme Gialle fiorentine hanno ipotizzato il reato di turbativa d’asta in riferimento alla gara di appalto svoltasi nel 2012 e aggiudicata l'anno seguente. Secondo l'accusa infatti, la gara sarebbe stata confezionata su misura per Sei Toscana.

In quella specifica circostanza fu proprio il presidente di Sei Toscana, Simone Viti, ad affermare: "siamo convinti della legittimità del nostro operato e siamo certi che, una volta esaminata la documentazione, sarà accertata l’assoluta regolarità dell’iter. E’ per tale motivo che questa fase di approfondimento dell’indagine, avviata oltre 2 anni fa, è per noi, finalmente, un modo per far luce una volta per tutte sul nostro operato". E poi il 9 novembre scorso ecco aprirsi un nuovo inatteso capitolo: Andrea Corti direttore dell’Ato Toscana Sud viene arrestato.

Le accuse? Turbativa d'asta e corruzione. La circostanza? Ancora una volta l'appalto ventennale di circa 3,5 miliardi di euro vinto da Sei Toscana per la gestione completa del ciclo dei rifiuti nelle tre province. Nell’operazione Clean City condotta dalla Finanza, oltre a Corti sono coinvolti anche Eros Organni, amministratore delegato di Sei Toscana, l’avvocato estensore del bando Valerio Menaldi e Marco Buzzichelli, consigliere di Sei Toscana e amministratore delegato di Siena Ambiente.

Poi la storia recente.

Dopo l'arresto di Corti, attualmente detenuto ai domiciliari, è stata l’Autorità anticorruzione a stoppare la palla e avviare le procedure di gestione straordinaria di Sei Toscana e Siena Ambiente. Su queste basi il primo cittadino aretino Alessandro Ghinelli aveva richiesto, in qualità di presidente all’assemblea dei soci Ato Toscana Sud di provvedere alla votazione di una mozione per richiedere il commissariamento di Sei e affidare la nomina del nuovo CdA al prefetto di Siena. Ma questo non è mai avvenuto. Perché malgrado i propositi di Ghinelli l’ultima assemblea dei soci di Ato Toscana Sud non ha avuto i numeri (legali) per avviare la votazione.

Di appena ieri invece la notizia della costituzione di un consiglio di amministrazione nuovo per Sei Toscana.

Il nuovo CdA è composto da: Alberto Busi, Paolo Cenderelli, Stefano D’Incà, Alessandro Frosali, Rossana Landini, Marco Mairaghi, Roberto Paolini, Riccardo Panichi (quest’ultimi gli unici due membri confermati del precedente Consiglio di Amministrazione, nominato lo scorso 16 maggio) e Gianfranco Saetti. Giovedì invece, sarà indicato il prossimo presidente dell'azienda.

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